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Trenord, carrozze con capienza ridotta nella fase 2: “Se non c’è posto si aspetta”

Già dalla fase 2 l'azienda dei trasporti Trenord diminuirà di molto i posti sui proprio treni, ma si cercherà di aumentare le corse.

Siamo abituati a viaggiare su carrozze piene e ad affollarci nelle stazioni, ma ora tutto cambierà. Durante la fase 2 l’azienda Trenord ha deciso – o è costretta – a tagliare il 50% dei posti a sedere. Le nuove regole da rispettare per prevenire nuovi contagi da Coronavirus permetteranno solamente a tre quarti dei passeggeri di viaggiare sui treni.

Trenord nella fase 2: meno posti sui treni

Prima del Coronavirus su un treno potevano salire fino a 800 persone, ma dalla fase 2 la capienza si abbassa a 220 passeggeri. Dal 4 maggio infatti si potrà salire solo se si indossano mascherina e guanti, ma soprattutto ci si potrà sedere solo sui sedili contrassegnati da un adesivo. Se i posti saranno al completo non si potrà più salire sul treno e bisognerà quindi aspettare quello dopo. “Sarà fondamentale l’informazione che riusciremo a dare ai nostri viaggiatori della disponibilità di posti residua di un treno. Il messaggio che riusciremo a veicolare attraverso gli annunci nelle stazioni o tramite lo smartphone“, ha spiegato Giorgio Spadi, direttore di esercizio.

Dalle prime settimane di maggio si presume che soltanto il 15% dei viaggiatori utilizzerà i mezzi di trasporto di Trenord. Nonostante ciò il servizio riprenderà quasi al 100%. Il problema si presenterà nel momento in cui si verificherà la riapertura di altre attività. “Successivamente studieremo come varia l’offerta giorno per giorno e interverremo di conseguenza“, spiega Spadi. Il rischio di assembramento in stazione è quello che preoccupa di più, ma il direttore ha le idee ben chiare anche su questo. “Non può essere nostro compito regolare il flusso nelle stazioni o addirittura al di fuori delle stazioni. Se non si può salire sul treno non possiamo impedire a qualcuno di salire e quindi il servizio rischia di bloccarsi se non c’è una collaborazione da parte di tutti come comuni, addetti all’ordine pubblico e le forze dell’ordine”.

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