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Coronavirus, morto Vittorio Gregotti: maestro dell’architettura

L'architetto e urbanista Vittorio Gregotti è morto in una clinica di Milano in seguito a una polmonite insorta come conseguenza del coronavirus.

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Nella mattinata di domenica 15 marzo è morto a Milano Vittorio Gregotti, uno dei più celebri architetti e urbanisti italiani. Nato nel 1927 Gregotti è deceduto nella clinica San Giuseppe, dove era stato ricoverato da alcuni giorni a seguito di una polmonite insortagli come complicazione del coronavirus che aveva contratto poco tempo prima. Tra i progetti più noti di Gregotti si ricordano la riqualificazione dello Stadio Marassi di Genova, il teatro Arcimboldi di Milano e il quartiere dello ZEN di Palermo.

Coronavirus, morto Vittorio Gregotti

Nato a Novara nel 1927, Gregotti si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1952 per poi iniziare a lavorare presso lo studio di architettura BBPR a fianco di Ernesto Nathan Rogers, che Gregotti considerava il suo maestro. Proprio assieme a Rogers aveva l’anno precedente firmato la sua prima sala alla Triennale di Milano e sempre con l’architetto triestino aveva iniziato a collaborare con la rivista Casabella, di cui divenne direttore dal 1982 fino al 1996.

Nella sua lunga carriera, Gregotti fu l’autore di diversi complessi architettonici che entrarono a far parte dell’immaginario collettivo italiano nel bene e nel male. Tra questi la ricostruzione dello Stadio Marassi di Genova programmata in occasione dei mondiali di Italia ’90 ma anche il controverso progetto dello ZEN di Palermo; quest’ultimo spesso criticato per i ritardi burocratici nella sua realizzazione e per l’alto tasso di degrado sociale che lo affligge da decenni.


Il cordoglio del sindaco Beppe Sala


Pochi minuti dopo la diffusione della notizia è giunto il cordoglio del sindaco di Milano Beppe Sala, che ha voluto ricordare il contributo dell’architetto allo sviluppo culturale della città meneghina: “Con profonda tristezza salutiamo Vittorio Gregotti, uno dei nostri più grandi architetti e ambasciatori nel mondo. Milano gli deve moltissimo, dalla prima sala realizzata alla Triennale nel 1951 fino al quartiere Bicocca da lui interamente riprogettato. Grazie di tutto”.

Novarese ma ormai da molti anni milanese d’adozione fino alla morte sopraggiunta a 92 anni di età, Gregotti fu tra i primi che nel 2015 chiesero che l’ex area Expo di Rho Fiera venisse immediatamente riconvertita senza abbandonarla a se stessa: “Per vivere, l’area deve diventare un pezzo di città. Milano sfrutti la grande sfida della Città metropolitana”.

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