Emergono novità sul caso dell'incidente tra un filobus Atm e un camion dell'Amsa, ma le indagini sulle cause restano in corso.
Prosegue l’inchiesta sul drammatico incidente tra il filobus della società Atm di Milano e un camion dell’Amsa, costato la vita ad una donna. Dalle prime indagini era emersa la possibilità che il conducente 28enne potesse essere distratto dall’utilizzo del telefono cellulare al momento dello schianto. A quasi due mesi dalla tragedia la Procura ha rilasciato le prime notizie sulla vicenda. L’autista passò con il rosso, ma gli accertamenti hanno escluso che stesse utilizzando il cellulare.
Incidente filobus Milano: le indagini
Non stava utilizzando il cellulare l’autista 28enne che il 7 dicembre 2019 ha attraversato un incrocio con il rosso provocando lo scontro con un camioncino dell’Amsa, il servizio di raccolta rifiuti milanese. La Procura ha esaminato a lungo i tabulati telefonici del conducente e ha escluso, nonostante la testimonianza contraria di una passeggera, che l’uomo fosse distratto. Nello schianto morì la 49enne di origine filippina, Shirley Ortega.
Le cause da chiarire
Non è ancora chiaro cosa sia successo esattamente quella tragica mattina. Inizialmente infatti era stata avanzata l’ipotesi che il conducuente potesse essere stato vittima di distrazione. Le indagini hanno però escluso tale ipotesi e il mistero sulle cause dello schianto si infittisce. Sembra infatti che il giovane abbia rivelato ai colleghi che al momento dell’impatto con il camion dei rifiuti era impegnato a firmare la cedola, procedura che da regolamento dovrebbe essere espletata a inizio e fine turno, ma le dichiarazioni ufficiali di Atm erano contrastanti anche da questo punto di vista. Al momento, dunque, le accuse a carico del giovane restano omicidio stradale aggravato e lesioni colpose. Per le stesse accuse risulta indagato, come atto dovuto, anche il conducente del mezzo Amsa,