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Berlusconi in aula per il processo Ruby: le parole dell'ex premier

Ecco le dichiarazione rese in aula dall’ex premier: si parla delle feste ad Arcore, di Ruby e di Nicole Minetti.

E’ di scena a Milano il processo Ruby, che vede imputato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile.

Questa mattina l’ex premier in aula ha parlato delle cene nella sua casa di Arcore (fonte Corriere):

“Posso escludere con assoluta tranquillità, che si siano mai svolte scene di natura sessuale a casa mia”

Durante le feste, precisa il quotidiano, “si mangiava tutti assieme nella sala da pranzo, accompagnati da Mariano Apicella e da altri cantanti professionisti. Poi c’erano ‘spettacoli in costume che non avevano alcunché di volgare’ e ‘nella discoteca, che è stata dei miei figli, si ballava e avveniva ciò che si vede in ogni locale pubblico, anche se io non ho mai ballato per un vecchio fioretto fatto in gioventù”.

E’ stato anche ricostruito il primo incontro con Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori:

“Attirò l’attenzione dicendo di essere egiziana, figlia di una cantante egiziana appartenente ad una facoltosa famiglia imparentata con Mubarak”

La ragazza avrebbe detto di “non essere minorenne, ma di avere 24 anni” e di essere stata buttata fuori di casa dal padre “perché lei voleva convertirsi alla religione cattolica”. E non ci sarebbero mai stati “incontri intimi”:

“Le avevo solo concesso tramite il mio amministratore un prestito perché lei mi aveva detto di poter diventare socia di un centro estetico”

Berlusconi ha inoltre ricordato che “ipotizzare che io volessi mantenere il segreto sullo svolgimento di quelle serate ad Arcore è risibile. Sui giornali si era già letto tutto sulle mie serate di Roma e di Villa Certosa […]Mi chiamò Nicole Minetti e mi raccontò che Ruby era stata identificata, che non era egiziana ma era marocchina e che era minorenne. La notizia mi lasciò di stucco e mi resi conto di una sua seconda e falsa identità. Da quel momento ritenni di non dovermi più interessare di lei […] Non ho mai chiesto che la ragazza fosse affidata a Nicole Minetti”. Avrebbe detto alla consigliera regionale di recarsi in Questura a Milano la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, dopo il fermo “solo perché mi era stato detto che vi era un problema di identificazione”.

Soltanto “dietro molte insistenze della giovane il ragionier Pinelli diede alcune migliaia di euro a Ruby”.

LINK UTILI

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(fonte immagine)

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