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Giorgio Ambrosoli è stato ammazzato perchè "Se l'andava cercando": le vergognose parole del Divo Giulio

UPDATE 10 settembre!
Andreotti ha detto di essere stato frainteso.

Quando questa mattina in edicola ho intravisto quel titolo sul Corriere, pensavo di aver sbagliato giornale. Probabilmente una copia del quotidiano è finita anche sul tavolo della colazione di Umberto, Annalori e Francesca, che hanno dovuto leggere questa frase vergognosa:

Parola del Divo Giulio (qui sopra uno screenshot del film). Giorgio Ambrosoli è morto perchè "se l'andava cercando":

"Non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici: certo è una persona che in termini romaneschi se l'andava cercando"

Anche letta in maniera neutra la frase non risulta meno ignobile.

In un certo senso Ambrosoli era ben consapevole dei rischi che correva: in una lettera scritta appena accettato l'incarico di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele Sindona l'avvocato aveva scritto: "Pagherò a caro prezzo". Di certo non immaginava che il conto sarebbe stato così insanguinato.

Gli bastava dire un solo sì per aver salva la vita, ha spiegato più volte il figlio Umberto, che qualche tempo fa ha scritto un bellissimo libro dal titolo "Qualunque cosa succeda", dove ricostruisce la vita di suo padre dalle sue carte e dai suoi appunti.

Ma Giorgio era un uomo con sani principi. Ha osato opporsi a un sistema che tollerava come prassi corruzione e maneggi occulti. Voleva, banalmente, solo far bene il suo lavoro. Ed era scomodo.

A distanza di tanti anni questi fatti continuano a fare male. L'avvocato sarebbe stato lasciato solo anche oggi, ha spiegato qualche tempo fa con amarezza Umberto. Oggi arriva questa mazzata gratuita.

Questa esibizione di potere e di onnipotenza Andreotti se la poteva risparmiare. Ma d'altronde l'Italia è il paese dove chi parla di mafia viene accusato di protagonismo, e dove andrebbero strozzati coloro che ne scrivono. Invece è con frasi come quella di Andreotti che l'immagine dell'Italia viene gettata nel fango.

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