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Dopo il coprifuoco, si pensa a come frenare kebab e Internet Point

All'indomani dall'estensione del "coprifuoco" alla zona di Corvetto, Corso Lodi compreso,  l'amministrazione comunale non fa mistero della volontà di colpire attraverso le cosiddette "ordinanze antidegrado" i commercianti extracomunitari.

Pare, però, non sia abbastanza per l'amministrazione comunaleche pare voglia intervenire – informa Repubblica – con un nuovo piano commerciale che impedisca a un quartiere di avere un numero eccessivo di esercizi commerciali "etnici".  

Ma un provvedimento di questo tipo andrebbe contro una legge nazionale, il "Decreto Bersani" del 2006, che bandisce qualsiasi limitazione riferita "a quote di mercato predefinite o calcolate sul volume delle vendite a livello territoriale sub regionale".

In soldoni, né Comune né Regione possono contrariare il principio di liberalizzazione delle licenze, e poco importa se si tratta di esercizi commerciali gestiti da extracomunitari.

La stessa Letizia Moratti ammette, sperando forse in una leggina ad hoc:

"Finché abbiamo questa legge non possiamo intervenire, abbiamo le mani legate". 

Ma il sindaco non si arrende e cerca aiuto in Regione, come lei stessa – riporta Repubblica – ha dichiarato:

"Stiamo lavorando con la Regione per vedere se si può, con una legge regionale, mettere a punto delle misure per i negozi di vicinato e le botteghe storiche, però non possiamo andare contro una legge nazionale. Per controllare esercizi come phone center, Internet point, kebaberie usiamo anche le ordinanze".

Per risolvere la questione, Giovanni Terzi per il Comune e  Stefano Maullu per la Regione, stanno lavorando in sinergia cercando di mettere a punto  – commenta quest'ultimo – "una griglia operativa che dia ad ogni Comune gli strumenti per creare dei distretti commerciali armonici, dove non ci sia una concentrazione eccessiva dello stesso tipo di attività, anche grazie a criteri più rigidi per concedere le licenze".

Ai commercianti di nazionalità italiana non dispiace affatto che si cerchi di metter mano alla "legge Bersani", come spiega – riporta RepubblicaSimonpaolo Buongiardino, consigliere delegato dell'Unione del commercio:

"La deregulation di questa legge ha tolto la possibilità ai Comuni di fare dei piani commerciali, e quindi di porre dei limiti ad alcune attività: ma non si può pensare a periferie trasformate in suk di negozi etnici, o a zone anche centrali dove tutte le vetrine sono di abbigliamento e non si trova un supermercato".

L'obiettivo di Comune e Regione, però, pare essere principalmente quello di aggirare la legge nazionale per colpire i commercianti extracomunitari, i soli che probabilmente pagherebbero le conseguenze di un eventuale piano commerciale.

Scommettiamo che non vedremo mai un supermercato in centro ma in compenso vedremo sparire uno ad uno kebab e mercatini internazionali?

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