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'Ndrangheta, blitz senza precedenti con 300 arresti in tutta Italia: le mani sul territorio e la mappa dei boss (quarta parte)

QUARTA PARTE – Concludiamo questo speciale che Milano 2.0 ha voluto dedicare alla 'ndrangheta in Lombardia dopo l'operazione di questa mattina che ha portato agli arresti oltre 300 persone (immagine tratta da Corriere risalente al 2008).

Tra gli arrestati, vi avevamo accennato, c'è anche uno degli uomini più influenti della sanità lombarda: Carlo Antonio Chiriaco, direttore sanitario della Asl di Pavia dal 2008. Che non si è fatto problemi a raccontare al telefono i suoi problemi di giustizia, senza ovviamente immaginare di avere il telefono sotto controllo come leggiamo su Repubblica:

"Il primo processo l'ho avuto a 19 anni per tentato omicidio… comunque la legge è incredibile… quando tu fai una cosa puoi star certo che ti assolvono, se non la commetti rischi di essere condannato. Quella roba lì è vero che gli abbiamo sparato (bestemmia) È vero che gli abbiamo sparato non per ammazzarlo, però è anche vero che l'abbiamo mandato all'ospedale. Sono stato assolto per non aver commesso il fatto. Dopodiché io sono un angioletto… Io sono veramente un miracolato, sono stato in mezzo a tanti di quei casini"

Vien da chiedersi come vengono scelte le persone che vengono destinate a incarichi così importanti. Domanda retorica ovviamente.

Secondo l'accusa Chiriaco sarebbe il punto di riferimento di Pino Neri e Cosimo Barranco e lo proverebbero centinaia di intercettazioni ambientali e telefoniche.

Il direttore sanitario aveva anche importanti contatti politici: in una intercettazione telefonica del 30 dicembre scorso, Chiriaco cita l'ex consigliere regionale Giancarlo Abelli:

"Lui deve fare l'assessore alle infrastrutture…lui ha testa…ma nei prossimi cinque anni c'è l'Expo 2015…ma sai cosa c'è da fare nei prossimi cinque anni…proprio a livello di infrastrutture in Lombardia?…ma hai voglia..è l'assessorato più importante…"

È stata filmata inoltre una visita alla Regione Lombardia come si può vedere in questa immagine riportata da Repubblica.Abelli non risulta indagato. Si legge nelle carte della procura:

"La candidatura di Abelli, secondo le stime dello stesso Chiriaco, avrebbe condotto a una scontata vittoria, posto che i suoi sostenitori si mostravano sicuri che il loro concorrente poteva contare almeno su 12 mila voti; anzi, secondo i calcoli di Chiriaco, costui poteva addirittura contare su 18 mila voti che, attese le vicissitudini giudiziarie della moglie, avrebbero potuto subire un calo non superiore al 30%, comunque tale da assicurare alla propria formazione politica l'acquisizione di 12 mila voti. La volontà di coinvolgere nella competizione elettorale a sostegno di Abelli due delle figure più importanti della 'ndrangheta in Lombardia non rimaneva un mero proposito, ma aveva un immediato sbocco operativo"

I clan si sarebbero attivamente impegnati per appoggiare due candidati alle Regionali 2010: Abelli appunto e Angelo Giammario, entrambi del Pdl.

Barranca e Neri avrebbero promesso di convogliare un certo numero di voti a favore di due candidati attraverso la "mediazione di Chiriaco". L'esito elettorale è stato inferiore alle aspettative, ma alla fine sono stati comunque eletti "i candidati sostenuti dall'interno 'nucleo di calabresi' mobilitato da Chiriaco". Chiriaco pagava anche gli infermieri per ottenere voti, come riporta IlMessaggero.

Ovviamente i boss si aspettavano dei ritorni economici in cambio dell'impegno elettorale.

LA MAPPA DEI BOSS

Ecco infine come i boss si erano spartiti la nostra regione come spiega Repubblica. Da Cisliano a Lodi, da Ceriano Laghetto a Bresso ci sono moltissimi luoghi dove gli 'ndranghetisti si incontrano (lo mostrano gli arresti del clan Valle, che si ritrovavano in un ristorante).

Milano
Il capo è Cosimo Barranca. Con lui lavora Leonardo Chiarella.

Pavia
C'è un vertice con Giuseppe Neri, che riceve l'incarico di costituire una 'camera di controllo' che sistemi gli equilibri tra le cosche della Lombardia dopo l'omicidio Novella. Chiriaco viene considerato "elemento di raccordo tra alti esponenti della ndrangheta lombarda e alcuni esponenti politici. Garantisce appalti pubblici e procura voti della 'ndrangheta".

Bollate
Vincenzo Mandalari
è capo, Rocco Ascone caposocietà e vicario. Ascone riceve e porta le ambasciate di Domenico Oppedisano.

Cormano
Pietro Francesco Panetta è il capo e Cosimo Magnoli vice.

Bresso
Vincenzo Cammareri capo. Annunziato Cammareri capo società. Felice Zoiti 'mastro di giornata e contabile'. Domenico Cammareri invece è "fermo per aver violato un comportamento della 'ndrangheta".

Corsico
Il vertice è formato da Bruno Longo, Giuseppe Commisso e Pasquale Zappia.

Limbiate
Antonino Lamarmore è il capo e anche "mastro generale della Lombardia", con il compito di fare da raccordo tra le varie cosche.

Pioltello
Alessandro Manno, Cosimo Maiolo.

Rho
Stefano Sanfilippo (ex vicario di Carmelo Novella).

Solaro
Giovanni Ficara, capo della locale (=cosca) e rappresentante delle 'ndrine di Reggio Calabria in Lombardia.

Desio
Annunziato Muscato, Nicola Minniti.

Seregno
Antonino Belnome (accusato dell’omicidio di Novella). Diventato capo dopo l'omicidio di Rocco Cristello a Verano Brianza il 3 marzo 2008. Cosimo Squillacioti è il contabile.

Mariano Comense
Salvatore Muscatello elegge il nuovo capo Pasquale Zappia.

Erba
Giovanni Varca, Michele Oppedisano (nipote di Domenico, 'capo dei capi).

Canzo
Luigi Vona, Giuseppe Furci.

Legnano
Vincenzo Rispoli.

QUI LA PRIMA PARTE DELLO SPECIALE SULLA 'NDRANGHETA IN LOMBARDIA

SECONDA PARTE

TERZA PARTE

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