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'Ndrangheta, blitz senza precedenti con 300 arresti in tutta Italia: indagini partite dall'omicidio di Carmelo Novella (prima parte)

Un'operazione senza precedenti quella che le forze dell'ordine e i procuratori Boccassini e Pignatone stanno conducendo in queste ore e che finalmente sgomina un'enorme ramificazione della 'ndrangheta qui in Lombardia, a pochi giorni dagli arresti del clan Valle. Ve ne parleremo in quattro post considerata l'importanza della notizia. Partiamo dall'inizio.

ANTEFATTO: L'OMICIDIO NOVELLA

Le indagini sono partite dall'omicidio di Carmelo Novella, detto "compare Nuzzo", crivellato di colpi il 14 luglio del 2008 in un bar di San Vittore Olona. Novella, originario di un paesino di 6mila anime in provincia di Catanzaro chiamato Guardavalle, insieme a Vincenzo Gallace era a capo di un'organizzazione che operava nel Basso Jonio soveratese (in particolare Guardavalle, Badolato e Santa Caterina dello Jonio), in Lazio e, appunto, in Lombardia.

Come leggiamo su Ammazzateci Tutti nel settembre del 2004 il clan è stato coinvolto nell'operazione Mythos, frutto di un'indagine durata tre anni firmata dal sostituto procuratore della Repubblica Gerardo Dominijanni.

L'operazione ha portato a 81 ordinanze di custodia cautelare, emesse dall'allora Gip Antonio Baudi. Agli arrestati sono stati contestati 278 reati (commessi tra il 1998 e il 2004), tra cui:

associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, rapina, traffico internazionale d’armi e di sostanze stupefacenti, danneggiamento e violazione in materia di aggiudicazione ed esecuzione di appalti pubblici

Secondo gli inquirenti gli esponenti del clan si erano inseriti nelle amministrazioni locali di Guardavalle (che tra l'altro è stato sciolto per mafia nel 2003) e di Santa Caterina dello Jonio. In questo modo la cosca riusciva a gestire gli appalti pubblici e non solo.

Il clan era specializzato nell'estorsione e chiedeva il pizzo agli imprenditori del basso ionio catanzarese e di alcuni centri della provincia di Reggio Calabria. C'erano poi le rapine, il traffico di armi acquistate  in Svizzera e quello di droga (cocaina e hashish), importata direttamente dalla Siria e dalla Turchia.

Ad Anzio e Nettuno invece era stata creata una 'ndrina che si occupava di gestire il traffico di cocaina, i cui esponenti di spicco erano Cosmo Leotta e Domenico Origlia. I due, sfuggiti in un primo momento agli arresti dell'operazione Mythos, saranno poi catturati a Monasterace nel gennaio del 2005. Il comune di Nettuno verrà sciolto nel novembre del 2005 per infiltrazione mafiosa.

In seguito all'emissione dell'ordinanza Carmelo Novella si diede alla latitanza, che durò solo cinque mesi, e venne poi arrestato a Verzino, nel crotonese. Dopo la scarcerazione che era seguita all'arresto il boss si trasferì a San Vittore Olona, dove aveva l'obbligo di dimora. E proprio a San Vittore Olona è stato ucciso. L'altro esponente del clan, Vincenzo Gallace, era stato arrestato il 22 settembre del 2004 sempre nell'ambito dell'operazione Mythos.

Nella zona di Legnano Novella aveva stretto rapporti con il clan di Giuseppe Rispoli, residente a San Giorgio su Legnano e con due vecchie conoscenze: Domenico Barbaro e il clan Papalia.

Qualche mese prima dell'omicidio del capoclan, il 23 aprile 2008, la sezione operativa della Dia di Catanzaro aveva sequestrato alla 'ndrina beni mobili e immobili per un valore complessivo di 5 milioni di euro. Il provvedimento è stato eseguito in Calabria e Lombardia, con la collaborazione del Dia di Milano.

Oltre a case, magazzini, terreni, conti correnti bancari, auto e moto aziendali sono state sequestrate due imprese: la "Trans Ven srl" e la "Roberta sas di Novella Edoardo & C.". La "Roberta sas" gestiva il Ritual Bar di Legnano.

Ma perchè Novella è stato ucciso?

L'omicidio sembrava solo il risultato di una faida legata agli appalti nell'edilizia. Ma le indagini hanno svelato che in realtà il clan guidato da Novella era una sorta di "mutazione genetica" della 'ndrangheta come la definisce Repubblica.

Novella diceva in giro che "la Lombardia", ovvero i ceppi di 'ndrangheta 'trapiantati' al Nord, avrebbero potuto "fare da soli", senza seguire la 'casa madre' calabrese.

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TERZA PARTE

QUARTA PARTE

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