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Racket degli alloggi: Anna Cardinale, figlia della 'signora Gabetti' Giovanna Pesco torna a casa per un vizio di forma

Per un vizio di forma, un minuscolo vizio di forma, Anna Cardinale, figlia della 'signora Gabetti' Giovanna Pesco, è stata rimessa in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare. La proroga infatti non è stata chiesta per tempo.

La Cardinale era già uscita dal carcere anche nel dicembre scorso, quando il tribunale le aveva concesso i domiciliari nell'abitazione in cui viveva abusivamente. Il gip Ghinetti, come leggiamo su IlGiornale, però a febbraio l'aveva rimandata a San Vittore perchè proprio dal suo appartamento la donna "riprendeva immediatamente a esercitare il controllo del territorio in cui insiste la sua abitazione e in cui si sono svolti i fatti oggetto di contestazione, con condotte intimidatorie di natura para-mafiosa".

Condotte intimidatorie di natura para-mafiosa. Che a quanto pare si sono nuovamente ripetute come ci ha confermato Frediano Manzi, presidente di Sos Racket e Usura, che abbiamo contattato telefonicamente.

"La scarcerazione della Cardinale è qualcosa di sconvolgente", soprattutto perchè avvenuta per un vizio di forma a poche settimane dalla sentenza del processo. Si tratta di un segnale gravissimo, anche perchè, come riporta Repubblica di oggi, una delle donne che aveva aiutato gli investigatori ha iniziato a ricevere telefonate anonime.

Il tour della legalità, intrapreso qualche tempo fa, è stato interrotto sia per le continue intimidazioni, ma in un certo senso anche per una buona notizia (una buona volta).

Manzi infatti ci ha raccontato che finalmente l'associazione avrà una sede. Ma non grazie alla politica.

Il Comune e l'Aler si sono presi il merito per aver "sgominato il racket" – come riporta un articolo del giornalino dell'azienda che gestisce gli alloggi – tanto che Palazzo Marino ha chiesto un risarcimento di 560mila euro per danni patrimoniali e d'immagine. Ma la sede è stata offerta a Sos Racket e Usura da un cittadino privato: "Finalmente la società civile si è resa conto del problema". "I danni d'immagine li dovrebbero chiedere i cittadini al Comune", ha puntualizzato Frediano.

La nuova sede, 'reale' questa volta, sarà in un punto 'chiave' e sarà un luogo di riferimento "chiaro e visibile, sarà percepita la nostra presenza sul territorio". Intanto il primo luglio, nell'ambito della manifestazione "Milano contro il bavaglio" Sos Racket sarà presente per raccogliere le firme per far chiudere il "bar della vergogna", la tristemente famosa latteria di via Padre Luigi Monti.

Le firme saranno poi consegnate a sindaco, prefetto e Asl. In piazza Cordusio sarà inoltre distribuito ancora il questionario sulla vita dei quartieri.

Sos Racket ha decido di aderire alla manifestazione perchè se passa il 'ddl intercettazioni' non sarà più possibile usare uno strumento d'indagine importantissimo e soprattutto non sarà più possibile fare i video con la camera nascosta. Filmati che sono stati determinanti per incastrare e dimostrare proprio i traffici della signora Pesco.

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