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Regioni in rivolta contro i tagli della Finanziaria, per Formigoni la manovra è "incostituzionale"

Ernesto 'Che' Formigoni non ne vuol proprio sapere. Da settimane continua a inveire contro tutto e contro tutti sui tagli previsti dalla finanziaria. E dall'altra parte il panzer Tremonti non accenna a cambiare idea.

Una guerra senza precedenti quella che il governatore sta portando. Le parole di Fomigoni sono durissime come leggiamo sul Corriere:

"Alle Regioni vengono tolti i soldi ma non le funzioni: questo contraddice quanto disposto dalla Corte Costituzionale. C'è dunque un rischio di incostituzionalità della manovra, dal momento che la Corte Costituzionale afferma che deve esservi un collegamento diretto tra le funzioni conferite e le risorse necessarie per il loro esercizio […] Bisogna mantenere fermi i capisaldi della manovra ma occorre distribuire il carico dei sacrifici in modo proporzionale, come nelle famiglie un buon padre distribuisce il carico dei sacrifici su tutti i figli. Qui invece si carica su un figlio tutto il carico e il padre fa spallucce. Anzi, di più, siamo di fronte ad un padre sciamannato che ha aumentato il debito pubblico"

La Conferenza delle Regioni e delle province autonome ha approvato all'unanimità un documento che recita:

"La manovra è stata costruita dal governo senza condivisione nè sulle misure nè sull'entità del taglio, riproponendo una situazione di assenza di coinvolgimento diretto"

I governatori sottolineano come "sostanzialmente si riducono i margini della riforma del federalismo fiscale" e questo "è un problema gravissimo".

Il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha sottolineato che le Regioni sono disposte a fare fino in fondo la loro parte ma la manovra economica varata dal governo è "irricevibile e non sostenibile" perchè carica il peso dei tagli sulle Regioni per oltre il 50%. I tagli infatti avranno ricadute pesanti su persone, famiglie e imprese.

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