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Negozi aperti la domenica in corso Buenos Aires, la Regione è pronta a concedere la deroga

La Regione sarebbe pronta a concedere ai negozianti di corso Buenos Aires l'apertura domenicale senza limiti così come accade in via Dante o Montenapoleone.

Leggiamo su Repubblica che l'assessore regionale Stefano Maullu sta studiando il provvedimento pilota:

"Da piazza Oberdan e all’incrocio con viale Tunisia, senza limitazioni di aperture domenicali come in centro. Da viale Tunisia fino a piazzale Loreto con limiti diversi per i negozi fino a 250 metri quadrati e ancora più stringenti per quelli più grandi. In pratica, solo quelli previsti dalle normative vigenti. La prima domeniche del mese da gennaio a novembre. L'ultima in maggio, agosto e novembre. Tutte quelle di dicembre più ulteriori tre domeniche a discrezione del Comune"

Così ha spiegato Maullu:

"Nessuno può negare che corso Buenos Aires sia una risorsa per la città per la sua capacità di essere magnete commerciale su una utenza che va ben oltre la sua accessibilità. È forse l’arteria più servita dai mezzi pubblici, una delle più frequentate anche dai turisti e trovo giusto che vada incrementata la sua capacità di sviluppo commerciale attraverso una sinergia tra piccoli e grandi negozi. Un processo che potrebbe estendersi a tutte le altre vie dello shopping"

A sottoporre la richiesta per l'apertura prolungata sono stati i commercianti dell'associazione Buenos Aires futura (300 negozi circa).

Il presidente Luigi Ferrario ha precisato

"In una realtà come corso Buenos Aires l'apertura domenicale dei negozi più grandi non danneggia i piccoli esercizi, ma li favorisce. Perché attira una maggiore clientela. Senza contare che l'estensione dell'apertura domenicale porterà certamente con sé un aumento dell'occupazione. Con le attuali regole spezzettate sulle domeniche il rischio è che per non sbagliare la gente scelga di fare acquisti solo in centro"

I negozianti di corso Buenos Aires nell'ultimo mese hanno visto diminuire le vendite fino al 10% per colpa della crisi. La decisione ultima spetterà al Comune.

Una domanda sorge però spontanea: ma se i soldi da spendere nei negozi, per colpa della crisi, non ci sono, tenere aperto un negozio un giorno in più risolverà il problema?

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