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Migliaia di badanti ancora da regolarizzare per colpa della burocrazia, nonostante il boom di domande già inoltrate

Di tutte le domande per regolarizzare colf e badanti depositate all'inizio dell'autunno scorso, solo pochissime sono state finora prese in considerazione e solo quelle relative all'inizio di settembre.

Un ritardo burocratico, questo, come riporta anche il Corriere, che permetterà l'espletamento di tutte le pratiche non prima di un anno, stando alle stime dei sindacati (fonte immagine).

A ritardare  ancora di più l'operazione ci saranno anche i controlli volti a stanare le moltissime dichiarazioni mendaci, visto e considerato che, purtroppo, alcuni – forse più di quanto si sia stimato – hanno pagato connazionali che si sono spacciati per datori di lavoro permettendo loro di spacciarsi a loro volta come badanti o colf.

In più c'è da considerare un vero e proprio "boom" degli ultimi mesi di signore provenienti dall'est, specialmente dall'Ucraina, che ricoprono questo ruolo.

Quindi, tra un anno la regolarizzazione di circa 43mila badanti forse vedrà la luce, e nonostante la tempistica sia alquanto disarmante mettiamoci anche che l'Inps sta fornendo ugualmente ai datori di lavoro il bollettino per poter versare i contributi pur sapendo che la domanda resterà inevasa per molto tempo ancora.

Nel frattempo lavoratori e lavoratrici straniere a causa della loro condizione "fuori norma" non avranno diritto all'assistenza sanitaria che la regolarizzazione dovrebbe garantire loro, e se dovessero andare all'estero, anche per un'urgenza familiare, non avrebbero la certezza di poter ritornare in Italia. Non parliamo poi dell'eventualità di cambiare lavoro.

E se in Emilia Romagna si sta pensando a come tamponare l'emergenza con delle inizative "cuscinetto", come la distribuzione di tessere sanitarie anche a chi non ha ancora beneficiato della regolarizzazione ma che ha avviato le pratiche per ottenerla, c'è chi giustamente lamenta la problematicità della situazione.

Come Maurizio Bove, sindacalista della Cisl, che ha dichiarato, senza lasciarsi sfuggire l'occasione di esprimere un parere comunque oggettivo: "Se l'azione dell'Inps è positiva perché va incontro ai datori di lavoro e, di fatto, legittima ulteriormente la posizione regolare di molti immigrati, dall'altra parte, per gli stessi stranieri, c'è la limitazione di diritti fondamentali".

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