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Non si faranno le piste ciclabili previste per l'Expo mentre ci si domanda che fine faranno i soldi investiti dallo Stato

Si passi il gioco di parole, per "pedalare" oltre al flop delle piste ciclabili, l'assessore Paolo Massari ha prospettato e quindi promesso una serie di "percorsi" per gli amanti delle due ruote, lungo diverse arterie milanesi.

L'argomento pista ciclabile, però, è rimasto lì, in sospeso, per lo più taciuto. Anche se i fondi per la loro realizzazione ci sono, come riporta il Corriere, sembra proprio che i cantieri non vedranno mai la luce "causa rivoluzione dei programmi".

Tre erano gli itinerari previsti: Piazza Duomo-Porta Nuova, Porta Nuova-Sempione e Sempione-Monforte, per i quali erano stati versati dal governo Prodi al Comune 15,6 milioni di euro con l'obbiettivo della loro realizzazione entro il 2011 (fonte immagine). Finora, nemmeno un cantiere.

I progetti, rimasti allo stadio preliminare, avrebbero dovuto essere portati a termine anche in vista dell'Expo: 50 erano i chilometri di piste in previsione. Ovviamente nulla di tutto ciò vedrà la luce.

I percorsi ciclabili potrebbero essere l'unica alternativa vagliabile, anche se qualche sviluppo in questo senso lo ha visto soltanto la zona di Brera e nonostante l'assessore Massari dichiari con gran sicurezza che "le piste si faranno entro questo mandato".

Dopo aver riflettuto attentamente sulla quantità di morti e feriti a causa del congestionamento del traffico cittadino, sull'esiguità dello spazio riservato alle biciclette in relazione a quello che le altre città europee mettono a disposizione dei cicloamatori (si pensi solo ai 400 chilometri di Amsterdam contro i 98 di Milano), sull'esiguità anche della lunghezza dei percorsi disponibili (spesso interrotti dopo pochi metri) e sull'aumento consistente degli spostamenti "verdi" (un buon 75% in dieci anni), ci toccherà pensare anche a quei fondi versati e mai utilizzati.

Dovranno forse essere restituiti allo Stato?

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