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Santa Giulia, Grossi aveva 50mila euro in contanti in una valigetta al momento dell'arresto

Al momento dell'arresto Giuseppe Grossi, il 're delle bonifiche ambientali' arrestato martedì scorso, aveva in una valigetta 50mila euro in contanti in biglietti da 500. Oltre alle accuse di associazione a delinquere, appropriazione indebita e frode fiscale risulta anche un'accusa per corruzione, anche se non si sa ancora chi siano i destinatari delle presunte tangenti.

Tra oggi e domani sia Grossi che le altre persone implicate nell'inchiesta (tra le quali Rosanna Gariboldi, moglie del deputato Pdl Giancarlo Abelli ed ex assessore Pdl a Pavia) saranno nuovamente interrogate.

Per risolvere due aspetti poco chiari della vicenda: la questione dei fondi neri su conti esteri, che la Gariboldi ha definito solo un prestito, e le amicizie di 'alto livello' di Grossi.

L'inchiesta intanto si sta allargando e prosegue su altre piste come segnala IlGiornale.

Cè un nuovo impianto nel mirino degli inquirenti, quello della Servizi industriali srl di Orbassano, in provincia di Torino. Un ramo industriale della Green holding, una società che fa capo a Grossi.

Anche questa struttura secondo le indagini sarebbe stata utilizzata per alimentare il sistema di sovrafatturazioni e quindi Santa Giulia e l'area di Pioltello sono solo la punta dell'iceberg.

Ci sono state perquisizioni anche alla Ind.Eco in provincia di Latina, dove i finanzieri hanno acquisito documenti per verificare l'eventuale corruzione di un pubblico ufficiale che avrebbe fornito notizie su procedimenti giudiziari relativi all'azienda come spiega sempre IlGiornale.
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