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Alla Innse si ricomincia a lavorare, gli operai firmano il contratto con Camozzi: al via la produzione

Finalmente gli operai Innse tornano a lavorare sotto la proprietà Camozzi come segnala IlGiorno. Dopo mesi di proteste, presidi, lotte in cima alla gru si riparte con la produzione. Ieri mattina c'è stata la firma dei contratti anche se fino all'ultimo si è temuto il peggio.

Il figlio del vecchio proprietario è stato bloccato per due ore all'interno del capannone. C'era infatti una voce che rimbalzava:

"Genta sta bloccando la trattativa"

Armando Genta era in fabbrica per raccogliere alcuni rottami da portare via quando gli operai l'hanno inondato di richieste affinché chiamasse il padre per sbloccare il passaggio di consegne.

"Un contenzioso tra noi e lui. Ancora non ci sono state restituite le lettere di assunzione che abbiamo firmato"

Come spiega Repubblica c'erano di mezzo dei soldi (150mila euro) su cui il vecchio proprietario, Silvano Genta, sembrava non voler cedere.

Dopo due ore è arrivata la conferma della firma di Genta e tutto si è risolto.

Stamattina 12 operai hanno iniziato il turno alle otto, mentre gli altri che hanno ricevuto le lettere della cassa integrazione, dovranno attendere di rientrare in azienda man mano che si riprenderà l'attività. Finalmente si può scrivere la parola 'fine' su una annosa vicenda cominciata lo scorso giugno, quando gli operai sono stati licenziati con un telegramma e hanno deciso di occupare la fabbrica.

Quest'estate la svolta: prima c'è stato un tentativo di sgombero, poi uno sciopero in seguito al quale è stato convocato un presidio permanente e infine la protesta in cima alla gru, terminata dopo otto giorni. Riguardate qui le nostre interviste.

La Innse si aggiunge alla lista delle aziende 'salvate' insieme alla Metalli Preziosi, ma non dimentichiamoci che restano in stallo molte altre situazioni, come la Nokia Siemens o la Lares.

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