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Billy Ballo e Facebook sotto accusa, ennesimo dito puntato contro i social network

UPDATE! h.14.00
Alessio Saro si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del Gip.

Vi abbiamo raccontato venerdì scorso dell'arresto del comico Alessio Saro, meglio conosciuto come Nick Malanno o Billy Ballo (ormai le cronache si sono dimenticate del suo nome vero).

La vicenda è apparsa surreale e incredibile per i moltissimi fan dell'attore come leggiamo da alcuni commenti che avete lasciato sul vecchio post. Saro è diventato famosissimo in seguito alle sue "demenziali" partecipazioni alle produzioni video (un esempio i trailer, gli spot Piccol, il ballerino Billy Ballo) della Shotcut Production e ha un foltissimo seguito. Molte battute dei personaggi poi sono di dominio pubblico, specialmente nei ragazzi più giovani.

Non va giù questa storia, non ci si crede. Si discute se la colpa sia dei genitori della ragazzina implicata nella vicenda che non l'hanno controllata come scrive ad esempio andreas o se sia colpa dell'attore come scrive incavolata nera. C'è chi mette sotto accusa la "facilità di costumi delle 13 enni di adesso" come scrive Fabrizio o chi difende l'ingenuità di una ragazzina che "giocava a fare la grande" come sottolinea Tony.

Ma nel raccontare la vicenda, abbiamo notato, si è messo il solito accento sul mezzo. Ovvero in parole povere: è colpa di Facebook. Ma è sempre colpa di un mezzo o piuttosto la "colpa" è di chi lo usa male?

Ci pensa già il Corriere a dare una stoccata contro il popolare social network con un articolo del 24 maggio. Tralasciando il fatto che "fa moda" dire "ah io sono contro Facebook", si è scatenato un vero e proprio movimento.

Facebook è "solo una vetrina per mettersi in mostra", e può essere il luogo di "cattivi incontri" (proprio in riferimento alla vicenda di Saro) dicono alcuni. Lo psicologo Fulvio Scaparro si chiede "Qual è il vantaggio di mettersi in mostra su una piazza virtuale con il pretesto di fare incontri interessanti? Amicizia e amore acquisiscono valore con la riservatezza. La loro prova è nel quotidiano, nel frequentarsi, nel litigare: sono qualcosa di prezioso che presuppone lentezza. Ricevo molte lettere di genitori e insegnanti preoccupati".

Se non fosse che proprio poco tempo fa avevamo parlato di questo tema (social network e pericolosità) con il CEO di Netlog, Toon Coppens che ci aveva chiaramente spiegato che i giovani non sono stupidi e, conoscendo i pericoli del web, adottano lo stesso buonsenso che usano nella vita reale. Di riflesso, aggiungiamo noi, c'è chi usa il buonsenso e chi no (come scrive anche Teledicoio).

E proprio su Facebook, il social network sotto accusa sempre nei casi come questo, sono nati gruppi su gruppi che chiedono la liberazione di Saro o sottolineano la loro delusione per la "caduta" del loro idolo.

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