Due carceri molto vicini quelli di San Vittore e Bollate: da una parte abbiamo il carcere cittadino, un cui ci sono due reparti chiusi per le ristrutturazioni. Se non arriveranno i finanziamenti, rimarranno chiusi a lungo, e quindi non c'è più spazio per 700 unità (a San Vittore ci sono circa 1.450 detenuti come riporta il Corriere).
Dall'altra parte c'è il carcere di Bollate, dove da mezzo anno è pronto un padiglione da 350 posti con due sezioni da tre piani ciascuna, ma siccome mancano gli agenti (il ministero ne ha mandati solo una ventina) sono operativi solo i due primi piani.
E come fanno presente i sindacati della polizia penitenziaria, tra poco c'è la possibilità che chiudano anche quelli, perchè le guardie saranno destinate altrove o decideranno di tornare al Sud (foto Corriere).
Proprio quel padiglione di Bollate è costato oltre 10 milioni ed è stato creato per ospitare collaboratori di giustizia, stupratori e pedofili, prima che la legge carceraria non scritta faccia il suo corso.
Bollate, come scrive il Corriere, è un istituto modello situato fuori città e che mette in atto moltissimi progetti di recupero per i detenuti.
Ci si chiede però quando diventerà completamente operativo il padiglione di Bollate e quando il Governo troverà una soluzione.
I sindacati avevano scritto al ministro della Giustizia Angelino Alfano:
"l'annunciata apertura del nuovo padiglione sembra essere subordinata all'invio in missione di personale extraregione. Il rischio concreto che avvertiamo è che quel personale non arrivi"
Leo Beneduci, a capo del sindacato Osapp, commenta con un "siamo in mare di guai" che ci sta proprio bene come commento alla propostadel Governo di "carceri galleggianti" (cittadelle al largo di città portuali…come Alcatraz praticamente).