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La Santa Rita diventa Istituto Clinico Città Studi, ma il processo continua e arrivano tre nuove ordinanze di custodia cautelare

La Casa di Cura Santa Rita ha cambiato nome per voltare pagina e archiviare una volta per tutta le nomea di "clinica degli orrori" che si è guadagnata lo scorso anno per colpa dello scandalo delle "operazioni inutili" per ottenere i rimborsi del SSN. Adesso si chiama Istituto clinico Città Studi e alla sua guida c'è un nuovo direttore generale, Luciano Angelini.

Angelini è stato direttore sanitario dell'Istituto Clinico Mater Domini di Castellanza e amministratore delegato per due anni. Ma saranno tanti i cambiamenti in programma per rendere la struttura "un riferimento importante per il territorio e la città di Milano". Sono stati anche rinnovati gli organi direttivi con la nomina di un cda completamente rinnovato e presieduto dall'avvocato Luigi Colombo. C'è stata inoltre anche la decisione di risarcire le istituzioni per i danni sia morali che materiali determinati dalla precedente gestione.

Non manca la creazione di un organismo di vigilanza, presieduto dall'avvocato Angela Monti e di cui fa parte anche il dottor Marino Nonis, per evitare il ripetersi delle brutte vicende che sono avvenute soprattutto nel reparto di chirurgia toracica, guidato dal chirurgo Pierpaolo Brega Massone.

Intanto il processo va avanti e ci sono state tre nuove ordinanze di custodia cautelare per tre medici coinvolti nell'inchiesta: Pierpaolo Brega Massone,Fabio Presicci (già in carcere) e Marco Pansera, che era ai domiciliari e pertanto torna in galera.

L'accusa per i tre medici è ancora quella di omicidio aggravato dalla crudeltà per colpa degli interventi chirurgici eseguiti nel reparto di chirurgia toracica. Sono quattro gli episodi di omicidio sotto accusa e ci sono anche nuovi episodi di lesioni nei confronti di pazienti ricoverati.

I periti dell'accusa infatti continuano a parlare di interventi chirurgici completamente inutili, come quello subito da una paziente alla quale un'operazione al polmone non necessaria nel settembre del 2006 avrebbe causato un aumento della pressione arteriosa e un conseguente scompenso cardiaco.

C'è stata poi anche una 84enne che è stata ricoverata per un dolore alla schiena: alla donna è stata trovata una cisti di pochi centimetri del tutto innocua tra il cuore e i polmoni e non responsabile dei dolori alla schiena. E che non andava assolutamente operata, soprattutto per l'età della paziente.

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