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Rom, la linea dura di Palazzo Marino: casa e lavoro per eliminare i campi abusivi

Era un po' che non si parlava di rom, sgomberi (qualche settimana fa era stata sgomberata la baraccopoli della Ghisolfa, il campo in viale Cassala e via Giordani) e recinzioni a parte. E proprio una decina di giorni fa è stato proiettato il documentario "Via San Dionigi 93" dei registi milanesi, Toni­no Curagi e Anna Gorio. Che forse ha iniziato a far riflettere l'amministrazione comunale.

In una trasmissione televisivia su una rete locale questa mattina si parlava del problema delle ville abusive dei rom che sono state scoperte recentemente tra Milano e dintorni. E ci si chiedeva: possibile che nessuno abbia visto nulla? Possibile che siano riusciti a farsi allacciare le utenze pur essendo abusivi?

E' arrivato quindi il momento di porsi seriamente il problema. Per ora la politica è stata solo quella di chiudere e rendere inaccessibile qualsiasi luogo che possa essere adibito a rifugio. Ecco quale sarà la linea del Comune.

Bisogna innanzitutto individuare tutte le aree demaniali dismesse da "mettere in sicurezza". Ad esempio si potranno usare cancellate per chiudere ogni entrata, e per farlo si userebbero parte dei 10 milioni stanziati dal ministero dell'Interno per l'emergenza nomadi.

In secondo luogo si dovrà imporre ai proprietari di stabili abbandonati di fare lo stesso.

Se non lo faranno il Comune addebiterà i costi dell'intervento ai singoli proprietari. Spiega il vicesindaco Riccardo De Corato

"Nei prossimi giorni convocheremo i proprietari degli stabili che stiamo individuando per chiedere loro di fare i lavori necessari, ma il decreto Maroni dà ai sindaci il potere di intervenire direttamente per ragioni di sicurezza urbana"

Si pensa anche ai primi posti su cui intervenire: dall'ex palazzo delle Poste di piazza Lugano alla cascina Boldinasco di via Lemene.

Inoltre non mancheranno progetti di inserimento nel mondo del lavoro di quelle famiglie rom, dando la priorità a quelle con cittadinanza italiana, che mostrino di "rispettare il patto di legalità dei campi". Per fare questo il Comune collaborerà con le associazioni di volontariato che già operano in questo settore.

In ultimo arriverebbero anche delle case vere e proprie: se ne occuperanno quegli enti che si stanno già muovendo in questa direzione dando ai rom la possibilità di avere affitti (o mutui) a prezzi calmierati.

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