Remigio Radolli, il gioielliere aggredito brutalmente nel suo negozio di Cinisello Balsamo da un rapinatore accetta tranquillamente l'avviso di garanzia che ha appena ricevuto, nel quale si ipotizza il reato di "eccesso colposo di legittima difesa"
"Sono sempre quello di prima, che si tratti di un atto dovuto o meno"
Radolli infatti sparò al suo rapinatore dopo essere stato picchiato, spedendolo in ospedale (foto Corriere). Anche lui aveva richiesto cure mediche perchè come si vede dalla foto aveva ferite alla testa e all'occhio destro. Oltre a un paio di costole incrinate.
"Sui fatti di quella giornata abbiamo deciso d’accordo con gli inquirenti di non dire nulla, ma mi sento tranquillo, ho fiducia nel lavoro che sta conducendo la dottoressa (il sostituto procuratore di Monza Stefania Di Tullio ndr)"
Il suo avvocato difensore Fabio Gerolimetto non vuole che nascano polemiche sull'iscrizione del suo cliente nel registro degli indagati
"Si tratta di un atto dovuto, se proprio doveva essere formulata una contestazione nei confronti del mio assistito questa è la più equilibrata possibile. Abbiamo sempre sostenuto che c'è stata legittima difesa, e siamo convinti che anche gli inquirenti concluderanno in questo senso"
Il rapinatore è ancora in ospedale. Lui e i suoi complici avevano fatto irruzione nella gioielleria Radolli subito dopo l'apertura, intorno alle 9.30 ed era nata una colluttazione.
Era tornata subito alla memoria, nei giorni successivi al fatto, il caso di Giovanni Petrali, il tabaccaio che qualche anno fa sparò anche lui ai suoi rapinatori, ma in quel caso ne uccise uno.
L'assessore Davide Boni ha commentato alla notizia dell'avviso di garanzia
"Quanto sta accadendo al gioielliere di Cinisello Balsamo non trova alcuna giustificazione. L'unica colpa che ha avuto questo commerciante è stata quella di essersi difeso e, come tutta risposta, si trova ora iscritto nel registro degli indagati restando in questo modo coinvolto in una vicenda che si protrarrà per mesi se non anni. Uno scenario già visto con altri gioiellieri e tabaccai che oltre ad avere vissuto un'esperienza terribile hanno dovuto subire un lungo processo. Il punto è che non si può continuare a confondere vittime e carnefici perché altrimenti rischia di veicolare un messaggio sbagliato, che vede messi entrambi sullo stesso piano. I nostri commercianti vanno tutelati e difesi, altrimenti i nostri esercizi commerciali saranno presi d'assalto come fossero la cassa di un bancomat"