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Proteste sull'ordinanza contro i kebab e il cibo d'asporto in Lombardia: sarà vietato mangiare per strada

Addio kebab e gelato mangiati per strada, la Lombardia fa un giro di vite con un'ordinanza che colpirà i fast food "per motivi di sicurezza". Sotto accusa principalmente i "kebabbari", ma anche gelaterie, pizzerie d'asporto e compagnia bella. Ne ha parlato anche il blog Sostenibile.

Si dovrà chiudere non oltre l'una del mattino, bisognerà usare posate e bicchieri usa e getta e soprattutto, pietra dello scandalo, sarà vietato consumare cibi sui marciapiedi fuori dai locali. Si rischia una sanzione fino a 3 mila euro. Chiunque "venda alimenti destinati all'immediata consumazione".

La legge era nata dietro la spinta della Lega che voleva colpire in primo luogo i kebab, che riunivano fino a tarda notte sui marciapiedi molte persone. Sono oltre seimila i locali coinvolti in Lombardia. Addio pizza o cornetto delle 4 del mattino dopo la discoteca per capirci.

Su Facebook moltissimo hanno espresso la loro contrarietà a questo "coprifuoco", soprattutto perchè si percepisce la norma come l'ennesima limitazione della libertà personale. Alcuni puntano il dito contro la maleducazione, che porterebbe a queste misure drastiche. Ma non andrebbero colpiti i comportamenti scorretti?

Molti, come Carlo Monguzzi dei Verdi, pensano a cosa succederebbe alla panzerotteria Luini, dietro al Duomo (dove a ogni ora del giorno si ritrovano moltissime persone a gustare uno dei loro panzerotti divini, scusate la pubblicità) o a Chocolat dietro alla stazione Cadorna dove soprattutto d'estate c'è la ressa in strada per gustare un cono di gelato. Per non parlare dei tanti localini sui Navigli.

Insomma, banalmente: se a me viene fame alle 3 di notte cosa posso fare? E come si fa a mangiare il gelato solo tutti stipati dentro il locale (non immaginiamo cosa succederàtra qualche mese)?

Consoliamoci noi popolo della notte: a Roma, dove era stata proposta una misura del genere le proteste hanno fatto cambiare idea. Speriamo succeda lo stesso in Lombardia, o per lo meno, si rivedano le regole in modo meno restrittivo (per quanto riguarda la libertà personale).

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