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Affitti troppo cari, molte case restano vuote. Gli inquilini si spostano altrove o rinegoziano il canone

Il prezzo del mattone cala. Secondo le statistiche però, non secondo il portafoglio. Ci vuole comunque una cifra spropositata per comprar casa, specialmente di questi tempi, tra contratti in scadenza, cassa integrazione e ondate di licenziamenti (un esempio recentissimo? I 1900 cassintegrati della St Microelectronics). Chi la casa vorrebbe venderla invece sa già che ci perderà parecchio.

Ma i tempi non sono piacevoli nemmeno per chi è in affitto, anche se sembra che i canoni siano calati del 10%. Qualche mese fa avevamo condotto un'inchiesta sugli affitti ed era emerso che diversi ragazzi sono quasi "costretti" a rimanere ad abitare con i genitori a causa dei prezzi troppo alti dei canoni di mercato per quanto riguarda gli affitti (pensando al mutuo anche come soluzione più "fissa" rispetto a un affitto) e alla mancanza di un lavoro più o meno stabile che permetta di affrontare un mutuo senza rischiare di vedersi la casa portata via dalla banca).

Che fare se l'affitto è troppo alto? Per il momento ci si sposta e si sceglie una casa più piccola o addirittura si cambia zona. O si decide per il trasferimento nell'hinterland alla ricerca del prezzo migliore.

E, come per le case in vendita, chi affitta abitazioni a prezzo troppo alto rischia di ritrovarsi senza inquilini. Spiega a Repubblica Claudio Lossa, Presidente del Comitato prezzi della Borsa Immobiliare

"Non si trovano più, soprattutto per gli appartamenti di famiglia. Oggi in affitto va solo chi è privo di mezzi per dare un acconto per comperare o un abitante temporaneo, un nomade che non considera più l'affitto una soluzione definitiva e non sfrutta per intero il contratto. Gli appartamenti a prezzi alti vengono abbandonati, i prezzi troppo elevati non trovano più mercato. Chi li accetta o è un inquilino a rischio oppure sceglie la coabitazione, a volte selvaggia"

C'è anche chi rinegozia il canone

"si abbassa il canone con contrattazioni tra inquilini e proprietari. Negoziazioni con ritocchi al ribasso pur di non perdere l'affittuario affidabile. Sono i primi segni di un ridimensionamentoche sarà il protagonista del 2009. Si deve trovare una soluzione realizzando veramente il social housing ma allargato, aperto a tutti i ceti in difficoltà"

Anche perchè c'è da dire che spesso i limiti di reddito che vengono stabiliti per l'housing sociale non tengono conto delle reali condizioni di vita.

Lionella Maggi, presidente di Fimaa, racconta che

"Si stipulano molti meno affitti di famiglia, soggiorno, cucina, due camere e bagno. E le locazioni sono più corte. La fascia in sofferenza è la intermedia. La gente non ce la fa a pagare 1500-2000 euro al mese e allora piuttosto va fuori. Sul mercato ci sono molte case, l'inquilino è diventato più esigente e noi facciamo una gran fatica"

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