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Quote latte: trattori arrivati ad Arcore contro il decreto del ministro Zaia, disagi al traffico

Circa 1.500 trattori provenienti da tutta la Lombardia hanno deciso di andare a trovare a casa il premier, ad Arcore, per protestare contro il decreto sulle quote latte (ce ne sono un'altra sessantina a Gemonio, il paese di Umberto Bossi). Hanno parcheggiato i trattori in un piazzale e pian piano si sono organizzati in corteo. Gli allevatori contestano il decreto Zaia sulle quote latte.

Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, una delle associazioni che ha indetto l'iniziativa ha dichiarato che

"Chi ha rapinato gli interessi del Nord e poi è andato a Roma a fare gli interessi di pochi deve essere cacciato via a calci nel sedere"

Gli allevatori chiedono

– preventivo ritiro di tutte le forme di contenzioso prima dell'assegnazione di nuove quote latte

– assegnazione delle nuove quote solo dopo che l'azienda abbia regolarizzato la propria posizione

– determinazione di una adeguata dotazione finanziaria per il fondo da destinare unicamente a sostenere gli investimenti effettuati dalle aziende che hanno acquistato quote

Inutile dire che ci sono stati notevoli ripercussioni su tutto il traffico della zona, sulle strade provinciali 13 e 15.

Oltre 2mila persone si sono dirette verso la villa del premier ma sono stati fermati dalla polizia e solo una delegazione ha potuto raggiungere l'ingresso. Poi i rappresentanti dei manifestanti sono tornati al presidio di Villasanta.

Continua Vecchioni

"Abbiamo incontrato un delegato del presidente del Consiglio che ci ha confermato la disponibilità a un incontro con Zaia. Il ministro, sentito al telefono ha a sua volta accettato l’incontro nei prossimi giorni a Palazzo Chigi"

Ma il presidente della Coldiretti Sergio Marini si è dissociato da queste proteste

"Rappresentiamo da soli oltre il 60 per cento degli allevamenti da latte in Italia e ci sentiamo addosso tutta la responsabilità di agire con serietà e coerenza per risolvere concretamente i problemi della nostra gente. Rispettiamo ogni forma di protesta, ma siamo preoccupati e dispiaciuti che i problemi degli allevatori vengano utilizzati per questioni politiche o per regolare i conti all’interno di una singola organizzazione. La Coldiretti è impegnata come sempre per garantire trasparenza, legalità e giustizia. In Commissione Agricoltura del Senato sono state già approvate importanti modifiche al decreto sulle quote latte che noi continueremo a sostenere e migliorare nell'iter parlamentare"

Il ministro Zaia dal canto suo ha replicato su Radio Padania

"Ho il massimo rispetto per chi sta protestando, quello che mi dispiace è che si diffondano informazioni sbagliate e bugie sul decreto. Il decreto non è una sanatoria. Riguarda oltre 17mila aziende. Le proteste sono frutto di una scarsa informazione: quando si può spiegare che cosa davvero c'è scritto nel decreto gli allevatori si ritrovano schierati con il ministro: cioè con la legalità. Si sono dette tante bugie sul decreto e qualcuno è andato a dirle agli agricoltori. Io so che c'è chi è andato a dire agli agricoltori che il decreto aveva tutta un'altra formulazione rispetto a quello che io ho presentato, chi è andato a dire che non sapeva nulla e chi infine ha raccontato di aver fatto battaglie inascoltate… È tutto falso. Si era persino arrivati a dire che il decreto avrebbe cancellato le multe agli splafonatori e invece si vede che così non è. Se questo decreto passa così come è scritto – ha concluso il ministro – non avremo più multe"

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