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Minacciava da tempo moglie e figlio l'egiziano omicida-suicida di San Donato Milanese

Denunce e minacce preludio della tragedia di San Donato. Ma che evidentemente sono rimaste inascoltate. Chissà quante altre famiglie sono nella stessa situazione. Oggi il Servizio Minori della cittadina dell'hinterland è rimasto chiuso.

L'avvocato della madre del bambino ucciso dal padre egiziano ha raccontato che l'uomo aveva già manifestato intenzioni minacciose, dicendo anche di volersi portare il figlio in Egitto. Ci sono anche due denunce della donna per le minacce dal suo ex compagno, una del 2005 e una del 2009.

La coppia non era sposata e avevano convissuto solo pochi mesi assieme. Lui se ne era andato di casa un mese prima che nascesse il bambino.

Il legale ha spiegato che il pm della Procura dei minori aveva dato nel 2006 un parere favorevole per la decadenza della patria potestà dell'egiziano, ma poi, per diminuire i conflitti, alla donna era stato consigliato di non andare avanti nella causa

"Stavamo predisponendo la costituzione di parte perché l'egiziano aveva presentato un ricorso contro i colloqui protetti con il bambino che gli erano stati imposti dal Tribunale"

L'uomo non faceva l'operatore turistico, aveva dichiarato di fare diversi mestieri, ma "in realtà andava e veniva spesso dall'Egitto senza fare nulla e faceva uso di alcool".

Un medico ha spiegato al Corriere che

"Il bambino aveva un doppio nome, italiano ed egiziano, era molto ben integrato, faceva sport e andava bene a scuola. Frequentava la terza elementare e aveva portato a casa una pagella piena di otto e di nove. Il bimbo era molto legato alla madre. Il padre era violento con la ex convivente, ma mai con il figlio"

La donna temeva che l'ex marito portasse via il figlio in Egitto. Purtroppo però tutte queste precauzioni non hanno sortito l'effetto sperato.

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