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Arriva la "scatola rosa" per le donne a rischio, mentre il governo approva il decreto anti stupri

Fortemente volute qualche mese fa dalla Moratti e dal ministro Carfagna arrivano ufficialmente le "scatole rosa". Tra Milano e Monza saranno 1200 le donne che potranno montare questo dispositivo in auto: si tratta di un Gps "anti-stupro" che permette, in caso di pericolo, di chiamare rapidamente le forze dell'ordine. Basta schiacciare un pulsante.

Ma c'è anche il "braccialetto rosa", che sarà distribuito a 200 donne a Monza: per chiamare i militatri basterà sfiorare il sensore del finto bracciale che è collegato a una radiotrasmittente da tenere in borsa.

Ma quali sono le categorie a rischio? Repubblica parla di lavoratrici con turni serali, infermiere e bariste, donne perseguitate da ex mariti, fidanzati e amanti, stalker.

Per avere la scatola bisognerà partecipare a un bando. Intanto, se la tecnologia non viene in aiuto, impazzano i corsi di difesa personale e le bombolette spray al peperoncino che accecano l'aggressore (sperando di avere il tempo di trovarlo nella borsa, che se è piena di cianfrusaglie come la mia…).

Intanto a Roma il governo ha approvato il decreto anti-stupro. Prima di tutto sono state istituite le "ronde", sul modello dei City Angels. Non saranno armate, ma dotate solo di telefonini e ricetrasmittenti con cui avvertire le forze dell'ordine. Saranno formate prevalentemente da ex agenti di polizia, carabinieri, forze armate e altri corpi dello Stato. Si dovranno coordinare con i Comuni e potranno solo chiamare le forze dell'ordine in caso di pericolo (cosa che ogni cittadino dotato di senso civico dovrebbe già fare).

Per fortuna sono state previste, circa lo stalking, sanzioni per gli episodi di molestie e minacce reiterate prima che possano degenerare in condotte più gravi: le pene vanno da sei mesi a 4 anni, con aggravanti se il reato è commesso da un ex partner o marito o ai danni di soggetti particolarmente deboli. La vittima si può rivolgere al questore che può "ammonire" il colpevole e vietare al persecutore di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima.

Ma, cosa più importante, è stato deciso lo stop alle scarcerazioni facili per chi è sospettato di violenze sessuali. Infatti il problema della certezza della pena ci era stato evidenziato più volte nel corso della nostra inchiesta sugli stupri.

L'assessore Boni ha commentato

"Pene più severe, finalizzate a punire severamente, anche con l'ergastolo, chi si macchia di un reato feroce come quello di stupro, prendendo in maniera forte la difesa delle vittime"

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