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Scandali sanità: nessuna sospensione per gli indagati dell'inchiesta sul Galeazzi. Continuano le udienze della Santa Rita

Una ventina di giorni fa la Procura di Milano aveva mandato 30 avvisi di garanzia per truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale per l'ospedale Galeazzi. L'accusa è simile a quella della Santa Rita: sarebbero stati gonfiati i valori delle prestazioni e quindi i rimborsi dalla Regione Lombardia.

Dopo aver negato gli arresti domiciliari il gip ha negato ai pm che indagano sulla vicenda dell'ospedale Galeazzi l'interdizione dalla professione per i tre manager e i due primari dell'Istituto che era stata richiesta.

Come riporta il Corriere il giudice "condivide i sospetti su ricoveri fatti in day hospital in due reparti e che invece dovevano esssere eseguiti in ambulatorio, con un rimborso di molto inferiore, e parla di molte dichiarazioni non veritiere, confezionate e utilizzate anche per effetto dellla protratta mancanza di sostanziali verifiche e specifiche contestazioni, falsi protratti per anni e per quasi un migliaio di di documenti e che hanno fatto incassare somme non dovute"

Ci sarebbero

"indizi gravi, precisi e concordanti, ma, per effetto della documentazione depositata dalle difese e dei risultati degli interrogatori, è possibile che possa esservi un ridimensionamento degli episodi di contestazione, in particolare sulla presenza di alcune cartelle il cui sconcertante cotenuto potrebbe essere in qualche modo spiegato"

Intanto continuano le udienze per lo scandalo della clinica Santa Rita. Ovviamente protagoniste sono le intercettazioni telefoniche che hanno accusato il dottor Pierpaolo Brega Massone (che ha chiesto di rifare le perizie) e l'amministratore Francesco Paolo Pipitone (che ha patteggiato 4 anni e 4 mesi).

Il Corriere ne riporta una in particolare un po' sconcertante: quella in cui

il dottor Renato Scarponi parla di un chiodo da 455 euro che non è utilizzabile perché non più sterile, «Lo reimpiantiamo!» dice il medico, magari nella spalla di un malato che «a 90, 95 anni ha una brevissima aspettativa di vita». Come avvenne un mese dopo su un uomo.

Eravamo lì quando sono arrivate le auto della guardia di finanza lo scorso 9 giugno e avevamo raccolto a caldo le opinioni dei pazienti: l'inchiesta che riguarda la clinica è cominciata nella primavera del 2007. Le fiamme gialle avevano sequestrato migliaia di cartelle cliniche su richiesta dei pm, ritenute non veritiere o comunque alterate in modo tale da permettere rimborsi maggiori rispetto a quelli dovuti. Ad alcuni pazienti sarebbero state prescritte operazioni non necessarie, ma eseguite solo per ottenere rimborsi dal SSN. E c'erano 25 morti sospette. Voci di tangenti e di amicizie importanti si erano rincorse in un primo momento.

Con il passare dei giorni i dipendenti erano sempre più preoccupati per la loro sorte così come i pazienti, anche se molti avevano dichiarato ai nostri microfoni di essersi trovati bene con la clinica. Le speranze della clinica erano appese al nuovo amministratore Luigi Colombo, e si è sperato da subito nel riaccreditamento. Si erano susseguiti scagionamenti e nuove intercettazioni, ma dopo un mese di stop la clinica è stata riaccreditata. E il 22 luglio ha riaperto i battenti.

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