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Tafferugli all'alba tra gli operai della Insse di via Rubattino, in presidio da mesi, e le Forze dell'Ordine

L'arrivo della polizia era previsto da tempo, tanto che all'alba era già presente un presidio in sostegno degli operai che occupano da mesi lo stabilimento della Insse di via Rubattino 81 (foto IlGiorno).

Al presidio sono arrivati delegati di altre realtà lavorative milanesi e della Fiom, studenti, militanti dei centri sociali, esponenti politici lombardi del Pdci, di Sinistra critica e del Prc, Vittorio Agnoletto, il consigliere regionale Luciano Muhlbauer e gli assessori provinciali Sandro Barzaghi e Bruno Casati.

Stamattina intorno alle 4 gli agenti si sono presentati ai cancelli della fabbrica per sgomberare. Insieme a loro una ruspa che ha aperto una varco nella barricata che era stata alzata davanti all'ingresso posteriore.

Si è accumulata tanta tensione, che subito è esplosa: l'atmosfera si è surriscaldata tra operai, esponenti dei centri sociali e forze dell'ordine. I primi tafferugli sarebbero scoppiati alle 5.40 mentre entravano due camion, con qualche contuso sia tra agenti che operai. C'è stato poi un secondo momento di tensione quando una parte del presidio ha bloccato la circolazione della via.

Solo il 7 febbraio scrivevano in un comunicato

Dopo l'inconcludente incontro in Regione si serrano le fila al Presidio. Genta tornerà all'assalto. Si sta organizzando a Torino, ha chiesto la protezione della Polizia e delle forze dell'ordine, per cominciare a smantellare la fabbrica. Bisogna fermarlo sui cancelli. Altre fabbriche colpite dai licenziamenti danno la disponibilità a unirsi nella lotta. Con la solidarietà sono aumentati i gruppi, i comitati le singole persone, decise a schierarsi sui cancelli, oltre mille sono le firme arrivate sul blog della INNSE, altrettante  portate direttamente al Presidio. Molti abitanti della zona messisi assieme, hanno deciso di mettere in campo iniziative concordate con gli operai della INNSE, oltre che garantire la presenza agli attacchi di Genta. Il fronte è sempre più ampio e compatto.
Dalla delegazione operaia della Marcegaglia di Sesto, è arrivato per la seconda volta un carico di bancali, molto preziosi come legna da ardere e riscaldare i picchetti notturni sui cancelli. In precedenza oltre ad una sottoscrizione fatta in fabbrica, gli operai della Marcegaglia con le loro RSU, avevano portato una cassa di alimentari, prodotti tipici di alcune Regioni. Il GAS di Lambrate, (gruppo acquisto solidale), per la seconda settimana ha portato della buona verdura. Nelle scorse settimane era invece passato il GAS del quartiere Gallaratese  con un bel rifornimento alimentare. Donazioni alimentari sono arrivate da associazioni "equo solidali", "Chicomendes", "coord. nord sud del mondo". Sottoscrizioni invece dalla mostra "Al lavoro" di Sesto, che riserva uno spazio proprio alla lotta INNSE.
La resistenza all'INNSE continua, i contatti per rimettere in piedi la trattativa proseguono, se Genta vorrà ancora una volta fare di testa sua, sarà la muraglia della solidarietà a fermarlo. Saluti a muso duro dai cancelli della INNSE in lotta

Sono quasi nove mesi ormai che dura il presidio. Tutto è cominciato a giugno, quando gli operai sono stati licenziati con un telegramma (e le porte della fabbrica furono chiuse con i lucchetti). In seguito c'è stato un periodo di cassa integrazione straordinaria fino a settembre.

I lavoratori hanno sempre continuato a lavorare in autogestione fino a quando hanno messo sotto sequestro l'area ad ottobre, momento in cui hanno iniziato il presidio. I lavoratori chiedono che l'azienda venga venduta perché come hanno detto i clienti e il lavoro non mancano.

Oggi dovrebbe esserci un incontro in Regione per cercare di trovare una soluzione. Già Muhlbauer dal suo blog aveva lanciato un appello proprio a Formigoni.

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