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Metro Station, arriva il nuovo fenomeno electro-pop pronto a conquistare l'Europa dopo il successo su Myspace

A vederli piglia un colpo. Ormai siamo abituati ai fenomeni teen che puntano moltissimo sull'aspetto esteriore. In questo caso però il risultato è un mischiotto che attinge a piene mani da diversi stili e diversi generi: loro sono i Metro Station, una giovane band americana passata da pochissimo dalla nostra città (hanno suonato al Plastic venerdì scorso).

Presi singolarmente, come si vedrà nelle foto, i quattro sono diversissimi tra loro. Il tatuatissimo Trace (Cyrus, fratello della scandalosa Miley di Hannah Montana) arriva direttamente dalla Los Angeles anni '80 delle hair metal band (durante il nostro incontro con loro dirà che ascolta Poison e Guns, ma va'?); Mason (Musso) si ispira alla tradizione dark-goth (guanti tagliati alle dita, rosario al collo, cappottone nero) e infine ci sono Anthony e Blake, un orientale e un nerd con la cresta bionda.

Ma in generale ad ispirarli è tutta la musica dance anni '80: suonano un pop sorprendentemente delizioso a dire il vero, che strizza l'occhio alle band giovani di adesso. Poco modestamente i quattro parlano del loro disco di esordio omonimo come di "unico", anche se a dire il vero qualche soluzione electro recentemente era già stata tentata da band come Good Charlotte, Afi o, che so, 30 Seconds to Mars. Per lo meno mostrano una grandissima deteminazione.

Il singolo Shake It è davvero accattivante così come Seventeen Forever, Control e California.

Durante il nostro incontro con loro, eccezion fatta per Blacke e Anthony, i due mastermind della situazione Trace e Mason pare recitino quasi un copione, una parte, a tratti forzata che poco ha a che fare con la loro giovane età.

Sarà il fatto che il loro successo è stato rapidissimo (parentele di famiglia a parte). Arrivano infatti da un grosso successo su Myspace per cui, come ci hanno raccontato, devono molto alla rete, anche se adesso fra tour e promozione, non hanno molto tempo per navigare.

Il rischio di bruciarsi è molto facile per cui, nonostante a 19 anni (parliamo di Trace e Mason, gli altri sono più grandi di età) sia figo andare in tour e suonare in palazzetti o in club, è meglio non dimenticarsi della vita reale. Ci hanno confessato infatti che manca molto il fatto di potersi interfacciare con i loro coetanei: non hanno tempo di andare in giro visto che sono molto impegnati e hanno poco tempo libero (e per occuparlo prevalentemente guardano film di ogni genere, come Il Padrino).

Le idee per lo meno le hanno molto chiare: i loro testi parlano sia di cose da ragazzi sia di cose più serie. Come in Tell Me What To Do, la storia di un loro amico che aveva una ragazza addicted alla cocaina e non sapeva cosa fare.

Nel corso del nostro incontro ci hanno dichiarato che avrebbero comunque continuato a far musica anche se avessero dovuto fare lavori per così dire normali per mantenersi, per cui la loro strada era già stata segnata da tempo. Vedremo come andrà qui da noi in Italia.
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