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Tentato stupro in un garage a Quarto Oggiaro, sventato grazie all'arrivo del 113

Pare che non si possa stare tranquille nemmeno nel box di casa propria, dopo essere tornate a casa dopo il lavoro. Una donna di 25 anni è stata aggredita ieri sera poco dopo le 22.30 nel garage di casa sua da un uomo che ha cercato di abusare di lei. La ragazza abita in via Lessona, nel quartiere di Quarto Oggiaro.

Tutto è successo nel giro di pochi minuti come racconta il Corriere: dopo aver parcheggiato la sua auto nel box del palazzo la giovane stava per raggiungere il suo fidanzato che la aspettava fuori, ma si è attardata e mentre stava rientrando da sola sulla rampa che conduce al cortile è stata improvvisamente aggredita da uno sconosciuto che, dopo averle chiuso la bocca con la mano, ha incominciato a palpeggiarla violentemente tra le gambe, cercando anche di baciarla.

Grazie al cielo è riuscita a divincolarsi e a liberarsi dalla presa, è scappata e ha chiamato il 113. Purtroppo era buio non è riuscita a vedere bene il suo aggressore: era alto, con una giacca scura e il volto parzialmente coperto da una sciarpa. Saranno d'aiuto nell'identificazione forse le telecamere presenti nei box.

Ora, non è il caso di farsi prendere dal panico nè di allarmarsi. Sappiamo bene che siamo nel periodo mediatico "stupri", ma in ogni caso ci si pensa lo stesso. Soprattutto ci pensa chi utilizza i mezzi pubblici da sola e di sera.

Solo ieri è stato denunciato uno stupro consumato sul Passante Ferroviario. Vittima una donna di 29 anni che era a bordo di un treno di un interregionale partito dalla stazione di Milano Certosa e diretto a Novara: ha raccontato che mentre si trovava sul vagone si è addormentata (è in cura con alcuni farmaci molto forti che curano le sue crisi epilettiche). Si è svegliata all'improvviso perché una mano le tappava la bocca e si sarebbe trovata di fronte quattro persone che la minacciavano con un coltello.

Due di loro l'hanno violentata e dopo la violenza sono scesi a Rho, mentre lei è scesa a Vittuone e una volta a casa si è lavata, cancellando purtroppo tutte le tracce che potevano identificare i suoi aggressori. Nemmeno i medici della Mangiagalli hanno potuto fare molto.

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