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Cox 18: Gabriele Salvatores a colloquio con Massimiliano Finazzer Flory per salvare l'archivio Primo Moroni

In occasione dello sgombero del Cox 18, il centro sociale di via Conchetta, sgomberato il 22 gennaio scorso, si era sollevata una grossa polemica relativa all'archivio Moroni, sito appunto al Conchetta. La Moratti aveva parlato di "patrimonio storico della città" e l'assessore Finazzer Flory aveva detto che si sarebbe attivato per trovare all'archivio un'altra sistemazione.

I familiari si erano detti contrari alla volontà di appropriazione del sindaco

Se questa giunta avesse avuto minimamente a cuore l'Archivio Primo Moroni non avrebbe mandato ingenti forze di polizia e militarizzato un intero quartiere per sgomberare il centro sociale Cox 18, cercando di bloccarne la più che trentennale attività e impedendo la libera fruizione sociale dei materiali dell'Archivio e della Calusca City Lights. Se a muoverla fosse stato qualcosa di diverso da una volontà di mostrare i muscoli la cui protervia è pari solo all'ignoranza e all'avidità già dimostrate in troppe altre occasioni, avrebbe invece rispettato la loro collocazione nel luogo in cui Primo aveva deciso dovessero stare. Ribadiamo quindi che per noi familiari la sede naturale dell'Archivio Primo Moroni è il centro sociale di via Conchetta 18 e che se questa amministrazione s'illude di fare diversamente incontrerà la nostra più ferma opposizione. Cox 18, l'Archivio Primo Moroni e Calusca City Lights sono affasciati e difesi da quella solidarietà attiva che si è espressa durante tutti questi giorni. Non si toccano.

Ma a quanto pare si è aperto uno spiraglio di dialogo tra l'assessore e un illustre partecipante alla manifestazione del 24 gennaio, il regista Gabriele Salvatores: i due si incontreranno per cercare una soluzione.

Intanto continua la protesta del Conchetta: per due sere ci sono stati incontri e presidi (qui i video e foto del presidio di lunedì scorso a Palazzo Marino) in Piazza XXIV Maggio sotto l'arco. Anche il quartiere continua a manifestare la sua solidarietà.

Così come gli artisti: Alfredo Jaar (artista in mostra fino a pochi giorni fa all'Hangar Bicocca e allo spazio Oberdan con la personale It's difficult, e autore del progetto Questions questions esposto per le strade di Milano, in cui si poneva domande come: "cos'è la cultura?" " la cultura è politica?" "la cultura è emergenza?" "in cerca della cultura a Milano") ha scritto un testo

Il divario tra la cultura italiana e la situazione attuale è scioccante e aumenta di giorno in giorno. Questo vuoto è causato da numerosi problemi strutturali, come l’assegnazione politica di posizioni culturali che vengono rimpiazzate da ogni nuovo governo. In queste circostanze la continuità e la profondità dell'impegno sono impossibili. Un altro problema che non si riesce ad affrontare è la mancanza di musei d'arte contemporanea e di istituzioni simili, completamente dedicati alle arti visive e alla cultura. Se paragonati per esempio a quelli di Germania, Francia o Spagna, i numeri dell'Italia sono incredibilmente miseri. Questo è davvero drammatico e assurdo.

Ciò ha penalizzato enormemente la visibilità nel mondo degli artisti e degli intellettuali italiani, che sono costretti a emigrare. Di fronte a un panorama talmente triste e desolato, gli artisti e gli intellettuali italiani sono stati costretti ad affrontare in prima persona questo impellente argomento. È una questione di pura sopravvivenza. È così che sono nati luoghi come Cox 18. Creati da artisti e da intellettuali per artisti e intellettuali, sono gli spazi culturali più generosi delle città e hanno un ruolo fondamentale di cui non si fa carico nessun'altra istituzione. Sono spazi aperti, liberi, multidisciplinari e democratici. Cox 18 è un centro sociale storico che ospita anche la libreria Calusca e l'Archivio Primo Moroni. Cox 18 e altri spazi, come per esempio la Casa degli Artisti, hanno un'importanza vitale per la sopravvivenza della cultura italiana. Una cultura viva deve essere creatrice e Cox 18 crea cultura, la condivide con tutti i milanesi e gli italiani. La protegge. La accudisce con tenerezza. La cultura è la sua raison d’être.

Cox 18 è uno spazio di speranza. Oggi si trova sotto l’assedio di un governo autenticamente fascista, che non capisce il termine cultura. Che non riconosce la cultura come elemento fondamentale della vita. La mia opera artistica non esisterebbe senza Gramsci, Pasolini o Ungaretti. Quando ho creato il mio progetto pubblico Questions, Questions per le strade di Milano, stavo rendendo partecipi i milanesi delle mie paure in merito alla cultura italiana. L'attuale realtà di Cox 18 e di altri spazi simili sono una drammatica conferma di questi timori. Milano si deve mobilitare per fermare questo crimine. Perché si tratta di un crimine vero e proprio, perpetrato davanti ai nostri occhi increduli. Ci sono già stati fin troppi delitti. Ora basta. La cultura italiana si merita di meglio.

Ci sono però brutte notizie anche per un altro luogo simbolo della cultura milanese, la Casa 139 di via Ripamonti, che ha ricevuto un'ordinanza di cessazione dell'attività di pubblico spettacolo.

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