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Le lezioni in piazza si trasferiscono in metro e stazioni ferroviarie. Intanto Trenitalia rifiuta sconti all'Onda per andare a Roma

Oggi l'atrio della stazione ferroviaria di Porta Garibaldi (foto Passengers) si è trasformato in un'aula dell'Università Bicocca. Un centinaio di ragazzi si sono fermati nella stazione alle 9.30 per assistere ai corsi.

Molti i passanti e i curiosi che si sono uniti. Le lezioni sono state quelle del professor Duccio Demetrio "L'educazione non è finita", del professor Paolo Mottana "Insegnare la meraviglia", del professor Paolo Ferri "La conoscenza come bene comune", del professor Raffaele Mantegazza "Ponti verso il nulla? Le classi ponte e la (dis-)integrazione scolastica" e quella del professor Sergio Tramma "I luoghi e i tempi dell'educazione nella contemporaneità".

L'Onda Anomala della protesta si prepara a invadere domani anche la metropolitana. L'iniziativa è opera di assegnisti, borsisti, professori a contratto e precari della ricerca degli atenei milanesi (Statale, Bicocca e Politecnico).

Si tratta del coordinamento dei "diversamente strutturati", che hanno anche un blog.

Domani in mattinata, come spiega il Corriere, piccoli gruppi di due-tre docenti si distribuiranno in varie fermate della metropolitana e terranno brevissime lezioni di storia, letteratura e filosofia rivolte ai passeggeri.

Alla Statale domani ci sarà anche una lezione di Moni Ovadia.

Gli altri collettivi intanto preparano l'invasione di Roma per venerdì. Sempre se riusciranno a partire: Trenitalia infatti ha risposto picche alle richieste dei giovani di avere treni speciali e biglietti a prezzo scontato per raggiungere la manifestazione contro la Gelmini.

Ecco la lettera che hanno scritto a Trenitalia e al Governo

All'attenzione di Trenitalia SPA e Governo Berlusconi:

1) Siamo l'onda e vogliamo andare a Roma per difendere i beni comuni che sono scuole e università

2) Vogliamo prendere i treni perchè saremo tantissimi e fino all'ultimo non sappiamo quanti verranno, la mobilità deve essere garantita per tutti.

3) raccoglieremo i soldi e siamo disposti a pagare quanto potranno le nostre tasche precarie.

4) Se sopprimerete i treni per non farci partire non potrà scaricare la responsabilità su di noi.

5) se bloccheremo i binari per protestare e conquistarci i treni i pendolari e tutti i viaggiatori dovranno prendersela con il governo e trenitalia spa che hanno cercato di impedire all'onda la grande mareggiata, ovvero il diritto a fare una manifestazione. 

Hanno pensato anche ai pendolari, ecco la lettera per loro

Siamo studenti, ricercatori, assegnisti. Siamo docenti, maestre,genitori. Siamo il futuro e vogliamo andare a Roma il 14. Vogliamo andare a Roma il 14 con l'unico mezzo che permette la partecipazione moltitudinaria, il treno.

Siamo precari e per questo diciamo che 15 euro possono bastare. Oggi e giovedì saremo in migliaia, le stesse migliaia che hanno attreversato le università e le scuole, le strade, le stazioni di milano, dal 17 ottobre. L'onda che mai si è fermata ma che con fermezza costruirà la grande mareggiata del 14 a Roma.

Abbiamo attreversato le strade di Milano, paralizzando il traffico per un mese, ma abbiamo colto un consenso che mai ci aspettavamo. Il consenso di chi crede come noi nella costruzione del futuro o meglio di chi crede che il futuro è di chi lo costruisce,una risposta positiva e solidale, anche nei momenti di conflitto piú radicale, come l'occupazione dei binari a Lambrate e i tanti cortei selvaggi.

Siamo consapevoli delle migliaia di disagi che ogni giorno Trenitalia offre a pendolari e viaggiatori: ritardi, guasti, soppressioni di treni, costi sempre piu inacessibili e treni completamente inadeguati. Una ditta che è diventata privata, trasformando i soldi pubblici e la rete ferroviaria in un affare privato, legato esclusivamente all'interesse economico del proprietario, non ai diritti, non alle necessità, non ai bisogni delle persone. Per questo motivo non vorrebbero garantire più nemmeno il diritto a manifestare, non gli basta guadagnare migliaia di euro, anche dalle manifestazioni, vogliono più o altrimenti non lasciano partire.

A tutti coloro che incontriamo in stazione diciamo che come Trenitalia è un affare per pochi che impedisce la libertà e rende più precaria la nostra vita, così qualcuno ha pensato di trasformare le nostre università in fondazioni di diritto privato, in cui a decidere non saranno i proprietari degli atenei,e quando si parlerà di merito si intenderà l'obbedienza e gli atenei cosiddetti virtuosi saranno quelli con il maggior numero di lavoratori precari.

Gelmini e Tremonti hanno anche tagliato i fondi di finanziamento ordinario, significa che hanno preso in finanziaria dei soldi dalle università, poi dalle scuole con la legge 137 che avevamo chiesto a gran voce di non approvare. Abbiamo risposto che non pagheremo noi la crisi, neanche voi dovreste pagarla, non dovrebbe pagare i treni chi li aspetta ore per andare a lavorare, non dovrebbero pagare rette sempre più alte gli studenti che vedono l'università sempre più dequalificata.

Rivendichiamo il diritto di manifestare e di ribellarci a chi ce lo vorrebbe impedire, se non partiremo bloccheremo la stazione, come abbiamo bloccato le città, lo faremo per fermare la produzione e assieme per costringere Trenitalia a farci partire. Sappiamo che questo può creare disagi a pendolari, viaggiatori, lavoratori, precari come noi, ma la responsabilità sarà del governo e di Trenitalia Spa.

Quindi se dovete passare dalla Stazione Centrale domani alle 15 sappiate cosa potrebbe succedere. 

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