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Sollievo per l'arrivo del decreto Expo, ma non ci sono nomine ufficiali. Continuano le indiscrezioni sui membri della Soge

Ce l'abbiamo fatta finalmente: dopo la "sgridata" del Bie che aveva dato come ultimatum il 2 dicembre per ottenere il decreto per partire con i progetti Expo. Silvio Berlusconi lo ha firmato nella serata di mercoledì e già ieri mattina la notizia cominciava a circolare tramite Roberto Formigoni.

Non si sa se sia stato Jean Pierre Lafon a smuovere le acque, oppure si tratti di una fortuita coincidenza, ma per ora il primo step è stato fatto. Certo è che dopo sette mesi di attesa il decreto si può dire che arrivi quasi a sorpresa, quando nessuno ci credeva più.

Primo fra tutti sembrava sorpreso Filippo Penati, che pensava che il tempo utile per la firma fosse già scaduto prima delle dichiarazioni di Lafon.

"Finalmente la vicenda si è conclusa, ragioneremo poi sullo scenario che si sta delineando. Considero positivo che da un amministratore unico si sia arrivati ad un assetto che, sulla carta, garantisce maggiore collegialità nelle scelte legate a Expo 2015. Ora siamo rientrati nella normalità e si è conclusa una vicenda di incertezza"

Certo che definirla "incertezza" è un po' riduttivo. Mesi e mesi di litigi, ripicche, visite ad Arcore, voci grosse: tutto per ottenere il maggior potere possibile su un evento che porterà sia alla città di Milano che all'Italia, oltre al lustro per ospitare un' Esposizione Universale, anche molti introiti economici. 

Centro della discussione il ruolo del braccio destro della Moratti, Paolo Glisenti, che lei voleva a tutti costi amministratore unico. MaFormigoni e Penati volevano una cda. Litigi su litigi arriva Berlusconi che prende in mano la situazione e comincia a inserire i suoi ministri, tanto che la Moratti si infuria perchè l'Expo sembrava diventare "di Roma". Fanno pace, ma a bloccare tutto è prima la vicenda Alitalia, poi la crisi delle banche e in ultimo i continui stop del ministro dell'Economia Giulio Tremonti che non sembrava troppo interessato alla vicenda, ma soprattutto aveva un pessimo rapporto con la Moratti.

Il decreto arriva sì quindi, però non risolve i dubbi sulla governance. Di sicuro si è cercata una mediazione tra le due posizioni principali. La gestione della società sarà affidata alla Soge formata da un cda con cinque membri. Ci sarà anche una nuova struttura, il Coem (un comitato di coordinamento presieduto dal commissario straordinario Letizia Moratti). Invece il Tavolo Lombardia si occuperà delle infrastrutture.

Nella Soge il ministero del Tesoro (visto che "mette i soldi") ha la maggioranza relativa. Le quote saranno definite più avanti e non sono state inserite nel decreto. Continua il toto-nomine.

La novità è che nella Soge entrano Comune di Milano, Regione Lombardia, Camera di Commercio e Provincia di Milano. Il cda della Soge quindi, come già detto, avrà cinque membri: uno a testa per Regione, Comune di Milano e Provincia e due saranno nominati dall'assemblea dei soci. Proprio la Provincia aveva sempre avuto paura di essere esclusa.

Paolo Glisenti dovrebbe ricoprire il ruolo di ad e come presidente circola con insistenza il nome di Diana Bracco.

Ma intanto la Moratti per ora, in attesa delle prevedibili lotte per le nomine, può tirare un sospiro di sollievo. Si dice "certa che avranno tenuto conto di tutte le osservazioni che in questi mesi sono state fatte sia dalle istituzioni locali che dal Ministero del Tesoro. Il risultato può sembrare sofferto, ma forse è migliore rispetto alla partenza". E ci tiene a ribadire che bisogna fare in fretta, perchè il 2015 è dietro l'angolo.

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