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Come sarà la Milano del 2011? Per conoscere il futuro bisogna guardare il passato

Milano 1991

Milano 2001

Osservate bene queste due cartine. Sono state elaborate da sociologi, cartografi e statistici del Laboratorio GIS di Cartografia Sociale diretto dal prof. Mario Boffi dell'Università Bicocca. Le due cartine rappresentano i risultati di due censimenti (1991 e 2001) messi a confronto, e riguardano lo status sociale (le zone rosse-gialle sono quelle con lo status più alto e quelle azzurro-blu quelle con lo status più basso). Prima del prossimo censimento manca ancora qualche anno (sarà nel 2011) ma qualche considerazione la si può già fare.

Ne ha parlato il blog Milanoeprovincia, che ha analizzato i risultati del confronto. Viene analizzata anche la distribuzione della popolazione (single, famiglie, anziani e bambini), ma è molto interessante la distribuzione della ricchezza.

Nel 2001 la cartina mostra molto bene un progessivo allontanamento da un centro "ricco" verso le periferie "povere", con una crescita notevole delle stesse. A Milano manca però la capacità di gestire questi movimenti: mancano serie politiche abitative e strategie per gestire queste trasformazioni. Milano, come molte altre città europee, secondo la prof.ssa Francesca Zajczyk, ha molti problemi legati alle periferie. La difficoltà più grossa è quella di mettere in pratica le promesse.

Ma in futuro, con in cantiere alcune trasformazioni epocali per la città (torri, grattacieli, quartieri residenziali, uffici e negozi), cosa dovremo aspettarci?

Di certo appariranno nuovi quartieri "ricchi" e quindi nuove zone rosse. Ma il rischio è che il territorio diventi "a macchia di leopardo": il ricco con il povero intorno per capirci, quartieri "ghetto" per ricchi circondati da quartieri poveri e meno abbienti.

Ci sarà anche per Milano il rischio banlieue

Anche perchè di solito più si avvicina al centro più i servizi sono migliori: se si creeranno più centri ci saranno queste "isole felici" sparse con un alto rischio di squilibrio rispetto all'ambiente esterno. Nel corso delle ricerche è stato provato che per molte persone il proprio quartiere è un vero e proprio "habitat", e se se ne esce ci si vede persi. Quindi l'unico consiglio è prepararsi bene per il futuro, in modo da non creare situazioni di eccessiva disparità che alla lunga potrebbero portare a gravi tensioni sociali. 

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