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Morti bianche: cantiere della Cgil fuori legge scoperto dagli studenti della Cattolica

Ovviamente non è Spiderman quello ritratto in foto (tratta dal Corriere), ma un operaio che cammina su delle impalcature a più di due metri d'altezza senza alcuna protezione. Si parla tanto di morti bianche, e ogni volta che ne capita una o anche solo se qualcuno si da male si solleva il solito polverone della sicurezza dei cantieri. Le voci più grosse ovviamente si sentono dai sindacati.

Ma c'è qualcosa che non va nel cantiere di via Oglio 8. Non si tratta infatti di un cantiere qualunque, ma di un cantiere della Lega Cooperative e lì si stanno costruendo gli uffici della Cgil e un pensionato universitario. Il terreno era della Cgil di Milano da 25 anni e nel 2006 il sindacato lo ha venduto, ottenendo in cambio la costruzione di uffici. Per il progetto la Regione ha stanziato oltre un milione di euro.

Mancano le basilari misure di sicurezza, e il cantiere è a soli 200 metri dell'Asl. Tre studenti della Cattolica hanno effettuato un report video per denununciare il fatto e lo hanno consegnato al Corriere.

Nel video viene intervistato Roberto Dighera, dell'Asl Milano (responsabile della sicurezza sul lavoro) che ha dichiarato che spesso vengono fatti controlli nei cantieri, e altrettanto spesso vengono fatte multe per le irregolarità riscontrate, come la mancanza di guanti, caschi e imbragature o ponteggi mal fatti, nonostante sia obbligatorio per legge indossarle. Purtroppo però a causa della mancanza di fondi è impossibile tornare nei cantieri periodicamente per verificare che le misure di sicurezza siano state prese.

Il video è stato mostrato a Francesco Aresu della Fillea, il settore edile della Cgil, senza dirgli di che cantiere si trattava. Ovviamente la reazione è stata di condanna dei comportamenti. Il capocantiere, sempre nel filmato, accusa del fatto gli operai stessi perchè "non si possono controllare costantemente". Il che secondo Aresu è una stupidaggine. Ma, messo davanti alla realtà, Aresu "scarica" la responsabilità sulle Asl e gli ispettorati del lavoro. 

Esulando però da questo caso clamoroso e riportando in auge il dibattito sul problema, insomma: di chi è la colpa se un operaio si fa male? E soprattutto, quando si decideranno ad adottare qualche misura rigida per evitare le morti bianche?

In fondo, basta farsi una passeggiata per la città (e non solo) per accorgersi che il problema non è solo del cantiere della Cgil. 
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