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Il Comune cancella di nuovo il murales di Dax e Bros, post arresto, espone al Superstudiopiù

E' successo di nuovo, un writer di Milano è uscito nel cuore della notte e ha ridipinto al suo posto il murales in ricordo di Dax alla Darsena e il Comune il giorno successivo l'ha cancellato.

La storia si ripete. Davide Dax Cesare è il militante del centro sociale Orso rimasto ucciso a coltellate la notte del 16 marzo 2003, per lui l'amico e compagno Ozmo aveva firmato un ricordo a caratteri cubitali, che il Comune qualche mese fa ha spazzato via senza pensarci due volte.

Non ci ha pensato nemmeno una volta a farlo per la seconda volta, proprio il giorno dopo la ricorrenza dell'anniversario della morte del ragazzo. La giustificazione del vicesindaco anti-writers Riccardo de Corato è che per quel murales manca l'autorizzazione e poi "se si fa per uno bisognerebbe farlo per tutti."

Bene, se per ricordare altri celebri militanti uccisi si usano targhe, monumenti e steli, perchè non si può usare un murales per ricordare un writer? Non uno scarabocchio su un muro, ma un disegno bello ed evocativo. C'è da giurare che la sfida non è finita qui. Ci sarà un'altra notte in cui Ozmo uscirà di casa "armato" di bomboletta spray per rendere giustizia alla memoria. 

Intanto qualcun'altro ha reso giustizia, se non alla memoria, alla stessa corrente artistica. Bros, ben conosciuto alla task force anti graffiti di De Corato, tanto quanto al pubblico che ha visitato in modo massiccio le mostre in cui ha esposto. Al Superstudiopiù, in via Tortona 27, da oggi al 6 aprile è in mostra la personale del giovane Daniele Nicolosi, in arte Bros appunto, "20e20".

Qualche guaio con la giustizia l'ha avuto, ma ha dalla sua parte l'avvocato del diavolo in persona, Vittorio Sgarbi, che per non perdere occasione di far valere la sua opinione sulla questione: "arte di strada o vandalismo?", ha anche scritto la prefazione del catalogo che accompagna la mostra. 

Il giovane, diplomato all'accademia di Brera, è un'artista vero e se esporre al pubblico non gli dispiace, gli piace ancora di più poter creare su immensi spazi bianchi – che qualcuno potrebbe chiamare muri – in giro per la città, per fare "un regalo a Milano". I disegni, impregnati di una tecnica sicuramente pop, rappresentano eventi chiave della cultura contemporanea su cui tutti dovrebbero fermarsi a riflettere. Per questo la sala sarà buia e favorirà l'apertura mentale del pubblico. 

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