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I negozianti chiedono sicurezza: rapine e violenze in aumento (anche in centro)

Aggressioni per la strada in pieno centro e soprattutto di giorno. Un gruppetto di ragazzi circonda la preda e si consegnare qualsiasi cosa, soldi, I-pod, cellulare, il tutto a suon di minacce e violenza se necessario. Succede quasi tutti i giorni a Milano, le vittime hanno l'età coetanei (tra i 15 e i 19 anni), ma sempre più spesso sono anche persone adulte, ormai non hanno più paura di niente e nessuno, terrorizzano interi qurtieri indisturbati. Baby gang fuori controllo.

Non ci si sente più al sicuro, i negozi sono  letteralmente presi d'assalto. Abbigliamento, calzature, farmacie, edicole nel mirino di rapinatori diciottenni che si atteggiano a boss di zona.

Ecco allora che l'ennesimo allarme arriva dal presidente di AscoModa, Renato Borghi, che raccogliendo la preoccupazione diffussa tra tanti commercianti ha scritto una lettera al questore, Vincenzo Indolfi, fancendo la domanda di cui tutti vorremmo sapere la risposta: cosa sta succedendo? 

Dall'inizio dell'anno sono state circa una ventina le rapine compiute da baby gang, la cronaca dell'ultima settimana ha fatto tirare un respiro di sollievo perchè molti sono stati individuati, fermati e quando maggiorenni anche arrestati, ma non basta, perchè un fenomeno con una così ampia diffusione va analizzato nel dettaglio. Bisogna capire perchè ragazzi, spesso giovanissimi, in branco scelgono la violenza come strada del rispetto e perchè hanno via libera e si sentono padroni di qualsiasi cosa.

Fanno bene i commercianti a non sentirsi al sicuro, perchè se una volta la criminalità di questo tipo era relegata alle periferie abbandonate dalla politica e dalle forze dell'ordine (non giustificabile, certo, ma è sempre stato un tema sociale tra i più sentiti), adesso si è spostata in corso Vittorio Emanuele, in piazza Piemonte, nel quadrilatero della moda. Di controlli, di agenti se ne vedono ben pochi anche qui, dalle otto in poi la città diventa fantasma e un facile far west per ragazzini in cerca di emozioni e guai.

E' necessaria più protezione e tutela dell'incolumità dei cittadini. La lettera di Borghi non è passata inosservata, come magari molte altre meno "autorevoli" e così questa serail capo della squadra mobile, Francesco Messina, parteciperà alla serata della sicurezza organizzata dall'unione del commercio: negozianti a scuola di autodifesa. Due i temi che verranno affrontati: imparare a difendersi senza troppi rischi e sapere finalmente perchè quando serve un agente nei paraggi non c'è mai.

Assurdo che siano i commercianti ad organizzare questo "corso", assurdo che debbano imparare a difendersi da soli, anche perchè la storia e la cronaca ci insegnano che quando è successo, invocare davanti al giudice l'autodifesa non è così facile.

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