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La musica invade la città, ma non sempre ce ne accorgiamo…

Giornata tipica di un milanese che si sposta per raggiungere il posto di lavoro o, nel caso dei più giovani, la scuola.

Radiosveglia per iniziare la giornata con il proprio cantante preferito, colazione, si sale in macchina e ancora prima di accendere il motore, via all'autoradio.

I ragazzi scendono per andare a scuola con l'ipod nelle orecchie, i genitori raggiungono il luogo di lavoro ed ecco, come per magia, un lievissimo sottofondo musicale in ascensore.

Ma la musica di sottofondo la troviamo normalmente nelle sale di attesa di studi medici o aereoporti, nei fastfood e nei supermercati: chi può dire di non essersi mai accorto di RadioCoop o RadioEsselunga, per non parlare di RadioMcDonald?

Poi arriva il momento della vita mondana: happy hour con musica alta, roba che per raccontarti come è andata la giornata o lo fai via sms o rischi l'afonia per un tempo indefinito. Terminato l'aperitivo si scende in metropolitana ed anche qui musica, suoni, pubblicità. Insomma un bombardamento in piena regola e soprattutto non sempre di grandissima qualità.

E' quanto sostengono i grandi della musica milanese, da Daniel Barenboim a Nicola Piovani, fino al jazzista Antonio Zambrini. Secondo questi alti esponenti del mondo musicale, l'involontaria indigestione cui si viene sottoposti è spesso scadente, è un'imposizione, non educa la sensibilità musicale, danneggia il gusto e uccide il piacere delle pause e quindi del silenzio. "Come si fa ad apprezzare la buona musica se la senti di continuo e distrattamente"? Questo il quesito cui si cerca invano di dare una risposta.

E allora perchè non cercare rifugio in una libreria? No, nemmeno qui le orecchie vengono risparmiate: nei grandi store del libro, normalmente vengono venduti anche cd e raccolte musicali, quindi ci si trova nella sgradevole situazione di dover comprare l'ultimo giallo di Patricia Cornwell con il sottofondo di Gigi D'Alessio.

La verità però è che dobbiamo dire grazie ad un inconscio meccanismo di difesa che la nostra mente mette costantemente in atto: per evitare il bombardamento si innesca un percorso di assuefazione. Dunque non ci si accorge del continuo bippare del videogioco di un bambino, di un ipod sparato a tutto volume, tanto che lo sentono tutti anche al di là degli auricolari, magari nemmeno dei clacson o della suoneria del cellulare. No, non c'è pericolo: quella non la sbagliamo mai…

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