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Nuovo piano affissioni di Palazzo Marino: sì alle facciate dei teatri, no alle Mura spagnole

Milano città della comunicazione, della pioggia di informazioni mediatiche, di bombardamenti pubblicitari accattivanti e soprattutto formato maxi. Andando a zonzo per le vie meneghine è impossibile non notare i manifesti sei metri per tre che si susseguono commercializzando qualsiasi ben si voglia.

Per regolare la giungla di megaposter il Comune ha dato il via ad un nuovo Piano affissioni. Anzi, a dire il vero è il primo piano, perchè per anni la regolamentazione è stata vaga, facilmente aggirabile, costellata di lobby, abusivi e multe. Ora è arrivato il momento di colmare un vuoto, anche a favore delle imprese.

Le principali novità sono: regole più severe per gli sponsor che incartano i palazzi in ristrutturazione, e soprattutto basta finti lavori incorso a favore di qualche introito extra e via tutte le affissioni dalle Mura spagnole, ma via libera alle facciate dei teatri.

Obiettivo del Piano, secondo l'assessore al Decoro, Maurizio Cadeo è più dialogo con le imprese, migliorie visive e ovviamente soldi per il Comune. Infatti aumentando la superficie dedicata alle affissioni tra il 30 e il 50%, si arriva a un totale di 250 mila metri quadrati di spazio "pubblicizzabile" equivalente a un aumento delle tasse incassate da Palazzo Marino da 20 a 30 milioni di euro l'anno. Insomma il piano è stato studiato piuttosto bene.

A favorire dei vantaggi sarà, però, innanzitutto il settore della cultura, infatti il 30% dello spazio promozionale è dedicato alle facciate dei teatri, di tutti i teatri di Milano. Svolta importante, dato che prima di oggi alcuni potevano "fare pubblicità esterna" e altri no, senza un motivo preciso.

Quindi basta disparità di trattamento, dal Piccolo alla Scala si potranno usufruire dei benefici di monitor a cristalli liquidi, manifesti e stendardi per far fronte alle difficoltà economiche dovute ai tagli dei finanziamenti pubblici. Contenti ovviamente i rappresentanti del mondo culturale milanese, anche se oltre a dare la possibiltà di maggiore spazi pubblicitari bisognerebbe tagliare la tassazione che colpisce gli sponsor sui manifesti, insomma, la ragionevolezza e l'elasticità d'intento non bastano a salvare un settore in crisi e all'eterna ricerca di soldi per sopravvivere.

Se da una parte l'occasione è ghiotta per dare una sistemata alla pubblicità selvaggia, dall'altra non devono mancare i controlli serrati per chi sgarra, sia in grande stile che con volantini promozionali attaccati a caso su pali della luce e muri privati. La pubblicità muove un giro d'affari impressionante e a molti fa gola avere il proprio testimonial a cartteri cubitali che tappezza la città, ora si è trovata una via percorribile per evitare il caos, vediamo se verrà battuta.

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