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Pizzicata dal fisco, una "lucciola" fa i conti con le tasse da pagare


Pensava di commuovere il tribunale con la sua storia struggente.

Una giovane ragazza che scappa dalla Campania in cerca di un futuro migliore e invece finisce sulla strada. Con i primi guadagni riesce  a comprarsi un monolocale per "ricevere" a domicilio i clienti, pian piano si arrichisce e investe in immobili. Così ha accresciuto la sua richezza l'ex prostituta, da cui ora il fisco è andato a battere cassa: proprietaria di sei case e due auto.

Sono state le proprietà, tutte intestate a suo nome, ad insospettire l'Agenzia delle entrate di Milano, che dopo due anni di approfondite indagini ha scovato un patrimonio che si aggira intorno a un miliardo e seicentocinque milioni di euro, il tutto non compariva però nella dichiarazione dei redditi della signora dai facili costumi.

La sua favola da meretrice moderna, oggi semplice affittuaria, ha convinto i giudici di primo grado, ma non la Corte d'appello. Se per i primi i proventi della prostituzione non costituiscono reddito, perchè non sono calcolabili nè come attività illecite nè tantomeno lecite, per la Commissione tributaria della Lombardia l'imputata ha avuto un redditto, che come dichiarato da lei stessa è arrivato dalla sua attività di "lucciola", anche se non ha provato l'ammontare di tale somma. I calcoli sono stati fatti dall'agenzia dell'entarte e l'ammenda è di circa 68 mila euro, centesimo più centesimo meno.

Questa vicenda ha l'onore di essere la prima sentenza tributaria d'Italia in materia e c'è da scomettere che farà da apripista su uno spinoso argomento di grandissima attualità. La regolamentazione del mestiere più antico del mondo tiene banco nelle aule del parlamento tra conservatori, che mettono la testa sotto la sabbia, sanzionano i clienti e lasciano le ragazzine a battere i marciapiedi e liberali, che vorrebbero quartieri a luci rosse come nel resto d'Europa, per avere la situazione sotto controllo. In mezzo ci stanno loro, le prostitute, che dopo la sentenza ai danni della loro collega, inizieranno a farsi i conti in tasca. 

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