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Pulizia contro fantasia, l'eterno scontro tra Comune e writers

Bomboletta spray in mano, muro bianco davanti, notte scura intorno, l'attimo fuggente per ogni writer che si rispetti non può essere sprecato e la vena artistica si lascia andare, ma… beccato con le mani nel sacco dalla squadra antigraffiti.

No, non è un telefilm anni '80 è semplicemente la task force specializzata in sottopassi e gallerie della metropolitana, che il vicesindaco, Riccardo De Corato sguinzaglia nel buio per frenare il fenomeno dei graffitari milanesi.

La squadra lavora a pieno ritmo da giugno e finora ha denunciato 7 persone. Per loro non c'è più la vecchia lavata di capo, ma multe salatissime che si moltiplicano per il numero di firme sparse per la città – se dovessero essere autori di "grido" e quindi riconoscibili. Per De Corato, però, questo ancora non basta.

Gli iter burocratici sono lunghi (e mica solo per un disegno su un muro se non se ne fosse accorto) e l'articolo del codice penale in materia non lo convince, quindi ha presentato un disegno di legge, che prevede anche la reclusione da 3 a 12 mesi, in caso di deturpamento di centri storici o immobili di recente costruzione. Severo come un professore d'altri tempi, che non esita a picchiettare la sua bachetta sulle mani dei ragazzacci, non vuole mollare il colpo per niente al mondo, la crociata anti writers continua.

Loro, i giovani dalla bomboletta facile hanno una difesa di tutto rispetto. L'assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi è apertamente dalla parte dell'arte di strada come corrente contemporanea da valorizzare, per questo si è seduto al tavolo delle trattative promettendo spazi adeguati e la promozione di progetti di arte pubblica e allestimento urbano che poi saranno esposti in una mostra gratuita all'aperto, ma questa è un'altra storia.

A questo proposito, oggi a Palazzo Marino, istituzioni da una parte e Gatto (esponente dei dissidenti) dall'altra discutono il significato di decoro della città e della linea "sottile" che separa l'arte di strada dal vandalismo. Non scriverlo sui muri è il titolo del convegno che ha scatenato anche un anticonvegno fuori dal Comune Allora mi scrivo addosso. Bros il pittore e Ivan il poeta manifestano "come mamma li ha fatti" per farsi vedere da chi li vuole cancellare. 

Tra uno scarabocchio su una saracinesca e il murales di Dax barbaramente eliminato sulla Darsena c'è una bella differenze, ecco perchè il dialogo è a senso unico.  

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