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Sicurezza: scaramucce tra destra e sinistra, ma ora servono i fatti

Milano, il giorno dopo la tragedia del medico ucciso nella sua abitazione e morto tra le braccia del figlio, è una città arrabbiata forse più che spaventata. La violazione della sicurezza in una proprietà privata non si accetta, non si sopporta più. Ancora meno si tollera il continuo scarica barile delle responsabilità e il perpetuo far niente.

E' la notizia del momento, da giorni non si fa che parlare d'altro se non della necessità di tutelare i cittadini contro i criminali, di garantire l'incolumità pubblica e mentre si continua solo a parlare di piano sicurezza, patto di legalità eccetera, ecco che l'allarme inizia a suonare ancora più forte.

Sulle dinamiche della rapina gli inquirenti continuano a indagare per far luce sui fatti. Loro, il loro lavoro lo stanno facendo. E' la politica, arenata come sempre in un mare di chiacchere, che non fa quello che dovrebbe. Ed è questo che fa più rabbia. E' sempre fin troppo facile puntarsi il dito contro e accusare l'altro di non aver fatto, solo per coprire la realtà: nessuno ha mai fatto nulla. Se la scorsa settimana non fosse stata uccisa una donna a Roma e ieri un uomo a Milano di sicurezza continuerebbe a non occuparsi nessuno, o meglio, ci sarebbero ancora dei "piani" ipotetici in via di discussione ma facilmente rimandabili a data da destinarsi.

Da quanto tempo i cittadini lamentano un disagio e una carenza in materia di sicurezza, da quanto tempo chiedono interventi più efficaci sul territorio, da quanto tempo denunciano situazioni pericolose? Da quanto tempo nessuno li ascolta? Allora può essere che il governo non stia facendo gran che, ma l'amministrazione comunale?

Letizia Moratti, che in campagna elettorale ha fatto del "risollevare le sorti dei quartieri" la sua bandiera cos'ha fatto? Si è data tanto da fare da due settimane, quando si è resa conto di non aver fatto nulla da un anno a questa parte. Altrimenti non saremmo a questo punto. Se le idee non fossero rimaste solo platoniche, se le carenze d'organico nelle forze dell'ordine fossero state veramente una priorità ora sarebbero già state colmate e non è così invece.

La Lega vuole scendere per le strade con le ronde di Milano Sicura, d'impatto tutti sono pronti a dire che è giusto così, ma in realtà non ci si fa giustizia da soli, non è così che si arriva alla sicurezza. Anche se sono dei gruppi di persone disarmate che vogliono solo dimostrare di potersi riappropriare del loro quartiere. Il gesto è nobile ed è veramente un segnale forte nei confronti di quella politica – che finora è l'unica che conosciamo – che parla, parla, parla e ancora non si è stancata di parlare. Ma deve essere un punto di partenza, non un modo per perdere di vista l'obiettivo da raggiungere. Noi meritiamo di vivere in città sicure e pretendiamo che chi governa queste città le renda a misura d'uomo onesto.

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