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La Milano dei motociclisti, degli automobilisti e dei ciclisti: riflessioni semiserie

Difficile che queste tre categorie riescano ad andare d'accordo. I motociclisti solitamente imprecano contro gli automobilisti (ma la scenetta del dito al cielo si può ribaltare tranquillamente), mentre i ciclisti sono quelli che solitamente vengono insultati dalle due categorie appena citate. Ma, sia ben chiaro, non sono solo vittime.

Iniziamo da quest'ultimi allora, tanto per sottolineare che non è tutto oro ciò che luccica. Sono bravi questi ciclisti, è vero, non inquinano e pensano ai nostri polmoni, però c'è da dire che vivono nell'anarchia completa. Vederne uno che rispetta il rosso è un miraggio, vederli sfrecciare sul marciapiede è la routine, trovarli in mezzo alla corsia non è così raro, vederli baldanzosi e fieri della loro superiorità da personalità ecologiche è la prassi.

Però, e qui i ciclisti se la prenderanno non poco, se già non è successo prima, almeno per ora questa città non è fatta per le bici: è pericolosa, per loro e per gli altri. Non offre spazi adeguati, non dà sicurezza. La loro presenza è un continuo pericolo, per i pedoni sul marciapiede, e per le auto che comunque sia non viaggiano su strade modello Usa. Bisognerebbe fare più piste ciclabili? Vero, però dove le mettiamo? Per ora la situazione è questa, meglio adeguarsi. Per anni la bici non è stata una priorità della viabilità e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Poi ci sono i motociclisti. Vabbè, loro inquininano, ma un po' meno degli automobilisti. Sono strapazzati dagli automobilisti, che non guardano negli specchietti nemmeno sotto tortura, aprono a mò di sciabola le portiere appena spento il motore, tagliano la strada senza neanche far finta di usare la freccia. Vabbè, i motociclisti sono soliti esprimere la propria personalità zigzagando tra le auto – inutile sottolineare quanto sia pericoloso – e non rispettano i limiti di velocità (ma questa è prerogativa di tutti i milanesi dotati di un motore), però più degli automobilisti devono soffrire lo stato pietoso del manto stradale. Anche lo zig zag tra le buche è uno degli sport del motociclista; ma ne farebbe volentieri a meno

Poi ci sono loro, gli automobilisti

I migliori sono quelli con i Suv tra trecento cavalli, che inquinano ben bene e possono dilettarsi nell'arte della velocità. Tutti, anche quelli sulla macchina più sfigata, sono stressati: alle 7 di mattina sono già fermi in un ingorgo che loro stessi hanno provocato, inveiscono contro tutti e iniziano la giornata nel peggiore dei modi. Spesso stirano le altre categorie munite di due ruote, che per ovvie ragioni di fisica hanno sempre la peggio. Il rispetto delle regole è un optional che non viene venduto con il navigatore.

Esiste allora una categoria peggiore dell'altra? No. Il vantaggio è che un motociclista solitamente è anche un automobilista, quindi quando poggia il sedere su quattro gomme presta un occhio di riguardo in più alle due ruote, conoscendo le "dinamiche dell'equlibrio". Sarebbe bello che ciascuna specie rispettasse l'altra, ma in una giungla come Milano è impossibile.

Allora, a questo punto, conviene limitarsi a non declamare la superiorità di nessuno. Cosa che troppo spesso qualcuna di queste categorie ama fare. A voi capire a chi ci stiamo riferendo.

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