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Allarme baby gang. Si abbassa l'età dei giovani violenti

Girano in branco, sono violenti, aggressivi, spavaldi e soprattutto giovanissimi. E' questo l'identikit di un qualsiasi appartente a una baby gang. Ragazzi allo sbando, emarginati – le gang si fomano soprattutto tra sudamericani o cinesi- che spesso si fanno convincere da qualche "amico" più grande a commettere azioni criminali per essere più duri e per entrare a pieno titolo nel gruppo.

Sulla scia dell'ultraviolenza kubrickiana, la delinquenza minorile "organizzata" sta prendendo una piega sempre più cruenta. Ed è questo che spaventa le forze dell'ordine che si trovano a fare i conti con un'emergenza dilangate quanto difficile da gestire.

Il disagio è la causa principale che scatena, in questi giovani, la voglia di rivalersi con la forza su una società in cui c'è spazio, punti di riferimento e che spesso accantona il problema dell'emarginazione. Di allarme si parla quando in un anno vengono aperti quasi quattromila fascicoli di provvediamento nei confronti di criminali che a stento raggiungono i 18 anni, anzi, che molte volte non possono nemmeno essere perseguiti perchè minori di 14 anni. Bambini che rubano, picchiano, violentano coetanei con la freddezza di un delinquente navigato. Perchè? Semplicemente perchè è l'unico modo di essere rispettati, se non dalla società che li ghettizza, quanto meno da chi è come loro. E' bullismo con un'inclinazione ancor più pericolosa. Si creano gruppi rivali, faide che si scontrano per marcare il proprio territorio, che si uniscono per rafforzare la propria identità. Non è un film di Brian de Palma però. E' la realtà. Una realtà che a Milano convive con la moda, il lusso e il design. E' quel lato off di non intergazione che si organizza come un vero e proprio clan e che fa paura davvero.

Entrare nella testa di un ragazzino straniero che arriva in Italia senza genitori, senza documenti, senza soldi, senza nemmeno sapere perchè è così solo, facilmente darà ascolto ad un adulto che gli offre unalternativa. Solo che quell'alternativa non è la scuola, non è un'educazione, non è il futuro, ma è un gruppo di disadattati che gli protegge le spalle mentre compie una rapina, è la droga e forse è anche una pistola che gli rovinerà la vita. Paradossalmente, però, c'è poco da fare anche a livello legislativo. Se per i maggiori di 14 anni c'è il riformatorio o direttamente la galera, chi ha meno di 14 anni non può essere trattenuto, il servizio comunale di sostegno di notte – quando più servirebbe – non è attivo e non esistono comunità di sicurezza rafforzata. Praticamente chi è allo sbando viene lasciato nel proprio brodo. Ma se si lasciano questi giovanissimi immersi nei loro problemi fino al collo, non si salveranno più, la spirale è solo discendente. I fenomeni come Latin Kings, o chi per loro, vanno presi in tempo, bisogna capire cosa crea in loro questo meccanismo perverso e stroncarlo sul nascere. Prima che le strade diventino tragici set di guerriglie armate in cui tutti sono vittime. Abbiamo già abbastanza preoccupazioni e motivi per aver paura senza dover starci anche a guardare da un bambino che senza pensarci due volte possa aggredire con un coltello.
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