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Mancano gli infermieri, il primo novembre scatta lo sciopero degli straordinari

E' emergenza tra le corsie del Policlinico e dell'Istituto dei Tumori: mancano infermieri. E non pochi, gli ospedali milanesi sono sottorganico di ben 2800 unità. Una vera e propria crisi che potrebbe portare a risolti molto gravi, come la chiusura di posti letto o lo scipopero degli straordinari (già nell'aria per il primo novembre). Una rivolta del personale di queste proporzioni non si scatenava da anni.

Una cosa è certa i malati non possono essere lasciati senza assistenza, ma anche un'altra cosa è vera, gli infermieri non possono fare turni infiniti e da luglio le aziende ospedaliere sono con gli occhi dell'UE puntati addosso, quindi costrette a far rispettare le 11 ore di riposo previste tra un turno e l'altro.

Come uscirne quindi? Con nuove assunzioni e al più presto. Per evitare che al pronto soccorso si formino code ancora più lunghe di quelle che siamo abituati a vedere quotidianamente (nella migliore delle ipotesi).

Il via libera a nuovi contratti è stato dato anche dall'assessorato alla Sanità del Pirellone e fortunatamente a fine mese dalle università usciranno freschi neo laureati da buttare subito nella mischia. A farsi le ossa, ma soprattutto a tamponare la crisi. Purtroppo gli adetti ai lavori restano scettici e il problema potrebbe trovare una soluzione solo nel breve termine per poi tornare caotica.

Infatti, la causa principale di assenza del personale è l'elevata richiesta di trasferimenti al sud, molto probabilmente dovuta al caro vita a Milano. Inoltre i concorsi banditi sono semi deserti perchè ci sono pochi incentivi a restare in città. Superare i vincoli economici posti dai bilanci (che hanno scatenato questo circolo vizioso imponendo dei tagli al personale) e trattenere le giovani leve a Milano sono i due obiettivi principali da raggiungere. Altrimenti la conseguenza naturale sarà la chiusura dei posti letto, idea che fa giustamente rabbrividire i direttori sanitari di tutti gli istituti, soprattutto quello dei tumori che può essere considerato un fiore all'occhiello della sanità italiana.

Meglio non ammalarsi di questi tempi, dunque. Impresa tra l'altro non facile visto il clima che balza improvvisamente da freddo a caldo. La sanità è uno dei cardini della nostra società, non c'è da scherzare. Certo non è colpa di chi viene richiamato al lavoro d'urgenza nel giorno libero o mentre è in ferie perchè i turni sono stati ridotti di due infermieri. Protestare in questo caso non può essere considerato assenteismo. Ma chi deve essere anche tutelato in questo caso è anche il cittadino, che dal canto suo non ha nessuna colpa.

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