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Veltroni vince anche a Milano le primarie del Pd, Martina segretario regionale

Code di elettori davanti ai seggi dalle sette del mattino per scegliere la guida nazionale e regionale del nuovo Partito Democratico.

Trecento mila i votanti in Lombardia di cui circa 140 mila tra Milano e provincia.

Plebiscito per Walter Veltroni, che si è presentato con ben due liste, tanto da causare una certa confusione tra i cittadini, che pur di esprimere la preferenze per il sindaco di Roma le hanno segnate entrambe, annullando automaticamente il voto.

Poco male, il 70% complessivo di preferenze ottenute ha sbaragliato Rosy Bindi (18%) e Enrico Letta (9%).

Vincitori e vinti sono comunque tutti soddisfatti per la grande partecipazione del popolo. In tempi in cui parlare di politica è delicato come un toccare un vaso di cristallo, in effetti, nessuno osava aspettarsi un afflusso così importante, tanto da dover tenere aperti i seggi ben oltre le 20 e con gente rimasta in coda anche mezz'ora prima di entare a votare.

Le parole d'ordine, che hanno convinto i milanesi a pensare alla politica anche in una domenica di sole autunnale, sono lavoro, progresso, ambiente e innovazione. Ottimi argomenti per smuovere l'opinione pubblica, che data l'affluenza sembrano credere veramente che l'ora della svolta sia finalmente giunta.

O quanto meno che è sempre meglio provarci che lasciare le cose come stanno. Incoraggianti le parole del neo segretario regionale del Pd, Maurizio Martina che ha promesso di stupire i lombardi, dopo che loro hanno stupito il centrosinistra con la massiccia partecipazione alle primarie. Tra i votanti sono apparsi anche nomi illustri, da Gad Lerner a Massimo Moratti, dall'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo al volto televisivo Afef Jnifen (anche moglie di Marco Tronchetti Provera).

A sorpresa non sono mancati i giovani che si sono presentati anche loro alle urne, segnale importantissimo che indica un coinvolgimento attivo più che "grilliano" nella vita sociale. A dispetto delle solite etichette da "disinteressati" che siamo costretti a portare sulle spalle. Insomma, una giornata intensa che ha visto sfilare davanti ai gazebi, anziani e non, italiani e stranieri, scettici e entusiasti e che ha dato i frutti di una campagna bene o male convincente e soprattutto nella speranza di un futuro migliore. E' stato soprattutto questo lo spirito che si è percepito tra la folla

Dal centrdestra non sono mancate le polemiche sui risultati gonfiati, ma schermaglie a parte, ieri si è nato ufficialmente il tanto atteso Partito Democratico, che ora con tutti gli occhi puntati addosso e il fiato di tutti gli elettori sul collo deve solo pensare a fare ciò che la gente si aspetta: cambiare le sorti di un paese che crede non ci sia più nulla da fare.

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