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Intervista a Giuliano Dottori, giovane cantautore milanese

Giuliano Dottori è un giovane cantautore milanese. Lo stile di Giuliano Dottori si basa su un songwriting piuttosto classico di matrice americana che si sposa con un gusto anglosassone per la melodia ed una delicatezza tutta italiana che si riflette anche nella grande cura per i testi: sonorita' acustiche che non disdegnano suggestioni elettriche ed una full immersion in atmosfere poetiche e malinconiche in un continuo intrecciarsi di influenze e richiami spesso contrastanti come i chiaroscuri che scaturiscono dalle canzoni.

Un nostro blogger lo ha intervistato.

di Guido Rolando

D   Parlaci degli inizi, la formazione, quando scopri la passione per la musica

R    Ho iniziato a prendere lezioni di chitarra classica che ero in quinta elementare. Non ricordo chiaramente quanto mi piacesse all’inizio, ma ricordo bene che – complice mio fratello maggiore, un super springsteeniano maniaco di rock & roll – due anni dopo ero già al Malibù Studio di Milano e provare con una specie di band e con un’improbabile chitarra elettrica a tracolla. Ho proseguito gli studi comunque, diplomandomi in Conservatorio un po’ di anni dopo, ma devo dire che sono cresciuto ascoltando Jimi Hendrix , i Led Zeppelin, Otis Redding, Aretha Franklin, gli Stones , i Black Crowes… passavo pomeriggi interi a improvvisare blues, suonando sopra i dischi di BB King o di Stevie Ray Vaughan… e a scrivere canzoni con mio fratello, io la musica lui il testo. Ma è solo verso i vent’anni che ho capito quanto suonare fosse importante. È stato allora, grosso modo, che ho anche cominciato a scrivere i testi… parlo del 1996 circa. È stato allora che ho cominciato a dedicarmi più seriamente alla musica.

 

D    E come mai a un certo punto decidi di esprimerti come solista

R    Scrivere canzoni è stata sempre un’esigenza per me. Anche durante la mia esperienza di chitarrista e autore negli oltreConfine avevo un po’ di canzoni messe da parte nel solito cassetto… ma è solo quando ho incontrato Gianluca Mancini (musicista e produttore, titolare del Mai Tai Studio di Milano) e Pasquale Defina (personaggio storico della scena milanese… dai Volwo a Cristina Donà ad Agnelli-Clementi agli attuale Atletico Defina ) he ho provato a buttarmi nel girone dei cantautori, vincendo tutte le paure che avevo riguardo alle mia voce.

D    Come vorresti definirti, o meglio come ti piacerebbe che gli altri ti definissero

R    Un buon musicista e un buon professionista. So di non essere un genio né di portare avanti un progetto musicale rivoluzionario o di ricerca. Ma so anche di essere un buon musicista: faccio quello che mi piace e vorrei continuare a farlo, possibilmente continuando a migliorare.

D    Cosa pensi del panorama musicale italiano (in generale ma anche in  particolare se ti va…)

R    Mi sembra che il panorama sia sempre più “settario”.. nel senso che la classica musica italiana (per interderci Pausini, Ramazzotti e compagnia) è sempre più musica italiana, come scrittura, arrangiamenti, attitudine; e la musica indipendente è sempre più autoreferenziale e chiusa in sé stessa: splendidi progetti a cui manca però una reale voglia di comunicare. Comunque – in generale –  ci sono sempre grandi talenti che riescono ad emergere: penso a Camille in Francia, a Fink in UK o a Marta sui Tubi in Italia.

D    Descrivici il tuo rapporto con Milano, città che dici di non amare ma non hai ancora abbandonato…

R    Milano è una città post-industriale, dove tutti lavorano e camminano velocemente. Il tempo fa schifo, l’aria è irrespirabile, la gente piuttosto antipatica e chiusa. Però ci sono giornate in cui il colore del cielo è una benedizione del signore e bersi una birra gelata seduti al Parco Vetra è quanto di meglio ti possa capitare nella vita. La cosa strana è che tutte le persone che conosco odiano Milano, dicono di voler andare via, ma poi siamo sempre tutti qui. Strano, no?

D     Parlaci del tuo tour (luoghi, date, aspettative…)

A dir la verità il tour sta per ripartire: ne ho già fatto un bel pezzo (venti date in poco più di due mesi) e ora mi appresto ad arrivare alla fine dell’estate con un altro bel numero di concerti. Ho delle date molto belle e importanti, festival come il Miami , il Six Days of Sonic Madness, il SenzaFarRumore: la mia unica speranza è di trovare la stessa attenzione che ho avuto finora. Tra l’altro oltre al giro promozionale di Lucida avrò anche degli impegni chitarristici con Atletico Defina, Alessandro Raina e Huma, un mio nuovo progetto di musica strumentale: si preannuncia un’estate piuttosto impegnativa!

D      E infine anche tu avrai un sogno nel cassetto… vuoi raccontarcelo

R    Mah… la fase “sogni nel cassetto” l’ho superata da qualche anno per fortuna. Diciamo che sono molto felice dei progetti musicali in cui sono coinvolto (oltre a quelli sopra citati ci tengo a ricordare Barbara Cavaleri e Daniele Tenca) e che per il futuro mi piacerebbe tantissimo curare la produzione artistica di qualche disco. E in effetti mi sto attrezzando per questo, perché a settembre avvierò un mio piccolo studio.

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