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Chinatown: la quiete dopo la tempesta. Per ora…

Eccoci qui. Come promesso nell'ultimo post siamo andati a fare un giro in via Paolo Sarpi. Abbiamo intervistato cinesi infuriati e cittadini italiani che vivono quotidianamente a contatto con una comunità che, a detta di tutti, vive chiudendosi troppo in se stessa.

Pubblichiamo il primo video con la testimonianza di un ragazzo cinese che è stato ferito alla testa (così dice) e quella del gestore di un bar in Via Paolo Sarpi. A breve ne pubblicheremo altri.

Ma scriviamo anche alcune veloci impressioni sulla situazione che abbiamo trovato nella Chinatown milanese.

La maggior parte dei cinesi non voleva parlare di fronte ad una telecamera, i pochi che lo facevano gridavano allo scandalo accusando la polizia di aver picchiato una donna e un bambino senza ragione. Ci hanno detto anche che le Forze dell'Ordine, ad un certo punto, hanno tirato fuori le pistole.

I cittadini italiani invece ci hanno spiegato che la convivenza non sempre è semplice, si sono lamentati della mancanza di rispetto nei confronti della legge italiana. Macchine in doppia fila e carrelli pieni di pacchi che invadono le strade sono all'ordine del giorno.

Abbiamo intervistato anche cittadini che vanno quotidianamente a far compere a Chinatown: uno di loro ci ha dato una sua personale opinione sulla maleducazione dei negozianti.

Insomma, tutto era tranquillo, ogni tanto passava qualche pattuglia dei vigili urbani, che tuttavia ci hanno assicurato che tutto era sotto controllo.
Almeno fino a lunedì prossimo, quando probabilmente – ci hanno riferito i cinesi – ci sarà una nuova manifestazione.

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