
Argomenti trattati
- Valorizzare chi tiene vivo lo sport di territorio
- Una nuova strutturazione nei criteri: spazio anche a chi ha meno tesserati
- Picchi: «Vogliamo sostenere chi offre servizi alle comunità soprattutto quelle piú periferiche»
- Un modello che premia impegno, radicamento e inclusione
- La visione di Federica Picchi: lo sport come infrastruttura educativa della comunità e prevenzione alla sedentarietà, utile non solo per i giovanizzimi ma anche per la terza età.
Nuovi Criteri per i contributi sport in Regione Lombardia 2026–2027: maggiore attenzione per le società sportive con pochi tesserati presenti nelle aree interne o in piccoli comuni, soprattutto se uniche realtà sportive presenti in quella comunità. Valorizzazione anche se vengono svolte attività di attenzione al sociale.
Valorizzare chi tiene vivo lo sport di territorio
Valorizzare chi tiene vivo lo sport sul territorio, fornendo un supporto alle attività giovanili soprattutto nelle piccole comunità, questa la parola d’ordine del Sottosegretario Picchi che introduce nuovi criteri per il sostegno economico alle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche (ASD/SSD), con un obiettivo chiaro: massimizzare l’impatto dei contributi, distribuendoli a un numero più ampio di realtà e garantendo un supporto più equo, soprattutto alle associazioni più piccole e spesso unico presidio sportivo nei comuni periferici.
Una misura che si colloca perfettamente nella visione portata avanti dal Sottosegretario allo Sport e Giovani Federica Picchi, da sempre attenta alla valorizzazione dello sport come servizio pubblico essenziale per educazione, socialità e coesione territoriale.
Una nuova strutturazione nei criteri: spazio anche a chi ha meno tesserati
La misura, confermata nella dotazione di 4 milioni di euro per i prossimi due anni, introduce una distinzione strategica tra associazioni sopra o sotto i 75 tesserati, favorendo una ripartizione più equilibrata delle risorse.
In questo modo le realtà più piccole – spesso unico punto di riferimento nei comuni meno popolati – potranno contare su un sostegno reale, adeguato alle loro esigenze e proporzionato al loro impatto sociale.
Picchi: «Vogliamo sostenere chi offre servizi alle comunità soprattutto quelle piú periferiche»
L’intervento di Federica Picchi non si limita a un aggiornamento tecnico di criteri, ma esprime una scelta e un’ideologia ben precise: riconoscere il valore delle società sportive che operano nei territori con più difficoltà, mantenendo viva la rete sociale attraverso lo sport.
Queste realtà, pur con risorse ridotte, rappresentano veri presìdi comunitari. Sono luoghi che:
- offrono attività accessibili a bambini e ragazzi vicino a casa
- tengono insieme famiglie, volontari, educatori
- svolgono una funzione sociale spesso più forte di quella agonistica
- garantiscono occasioni di crescita anche dove le alternative sono poche o inesistenti
- supportano stili salutari e socialità nelle fasce piu’ fragili, come anziani e persone con diverse abilità.
Per questo la misura prevede una copertura fino all’80% delle spese, premiando chi lavora nei piccoli comuni o costituisce l’unica offerta sportiva del territorio. Una scelta che avvicina le istituzioni alle esigenze più autentiche delle comunità.
Un modello che premia impegno, radicamento e inclusione
Il nuovo sistema di contributi propone un approccio più semplice e più giusto. I fondi massimi assegnabili – differenziati per tipologia di associazione – diventano strumenti per sostenere attività quotidiane spesso invisibili, ma indispensabili.
Accanto ai contributi economici, vengono valorizzati criteri che raccontano la vera forza dello sport lombardo: la storia delle associazioni, il loro radicamento locale, la capacità di essere presenti anche nei comuni più piccoli e di promuovere attività rivolte a minori e persone con disabilità.
È una logica che sposta l’attenzione dal numero dei tesserati al valore sociale generato, riconoscendo merito, stabilità e impegno costante.
I bandi, previsti tra febbraio 2026 e febbraio 2027, saranno accessibili attraverso la piattaforma regionale dedicata, garantendo trasparenza e programmazione alle ASD e SSD.
La visione di Federica Picchi: lo sport come infrastruttura educativa della comunità e prevenzione alla sedentarietà, utile non solo per i giovanizzimi ma anche per la terza età.
La misura traduce in azione una visione che Federica Picchi porta avanti da tempo: lo sport non come accessorio, ma come infrastruttura educativa, culturale e sociale di ogni territorio.
Nella sua impostazione, lo sport:
- è uno strumento di prevenzione, inclusione e formazione civica;
- costruisce appartenenza, radicamento e amore per il proprio territorio;
- rafforza le relazioni intergenerazionali;
- offre ai giovani un luogo sicuro dove crescere e valori formativi importanti;
- offre a tutte le comunità uno stimolo a contrastare la sedentarietà e impostare stili di vita sani, incentivando motorietà, corretta alimentazione e socialità;
- rafforza la ripresa nei casi di interventi medici o recupero da incidenti e supporta stili di invecchiamento attivo;
- diventa un presidio di comunità, soprattutto nei territori più fragili
Picchi vede nello sport un elemento di trasformazione sociale, capace di contrastare isolamento, dispersione giovanile e perdita dei legami comunitari. Sostenere le società più piccole significa infatti sostenere l’Italia: quella dei volontari, dei piccoli centri, delle associazioni che tengono insieme il tessuto sociale un allenamento alla volta.
In Lombardia, questa visione oggi si traduce in un provvedimento concreto, che mette al centro le persone, le comunità e la funzione educativa dello sport.
Uff. Stampa Federica Picchi
Tel. 02.67655162
Email: federica_picchi@regione.lombardia.it





