City Life sembra essere andata in letargo, ma è solo un'impressione scaturita dall'effetto smart working. Ecco come le aziende stanno lavorando
City Life a causa dello smart working non è più la stessa. C’è un’atmosfera silenziosa, rilassante e per niente frenetica, sembra quasi essere andata in letargo. A causa della seconda ondata di contagi da Coronavirus, la maggior parte delle aziende che hanno gli uffici a City Life ha optato per lo smart working, come suggerito anche dall’ultimo DPCM. Un modo per mettere al sicuro i propri dipendenti ma anche un modo per abbassare la curva dei contagi in città.
City Life torna in smart working
La prima volta che City Life si è svuotata è stata a marzo. Allora era una novità. Adesso invece le aziende hanno capito l’importanza dello smart working, quanto questo impatti positivamente anche sulla curva dei contagi, e soprattutto, quanto non incida negativamente sui profitti. Ecco perché c’è chi addirittura ha vietato di raggiungere i propri uffici, come nel caso dell’azienda Kraft-Heinz. Francesca Fraulini, responsabile hr dichiara:”È la nostra policy fin dall’inizio della pandemia, perché non vogliamo intasare il trasporto pubblico, già sotto pressione”. Responsabilità civile dunque nella scelta. Ma anche la necessità di mettere in sicurezza i propri dipendenti. Qui infatti per rispettare il distanziamento, avevano già provveduto alla diminuzione della presenza in ufficio al 30%. Decisione presa anche da Generali, che ha ridotto la presenza negli uffici al solo 10% del personale mentre la Fastweb solo il 25%. Vodafone ha imposto una riduzione degli orari di lavoro in ufficio, solo il 20% del proprio orario di lavoro può essere svolto in presenza. Chi deve recarsi in ufficio lo fa prenotando la propria giornata e in alcuni casi, come per Fastweb, si prenota, tramite app, anche la scrivania che si andrà ad occupare in quelle ore. Inoltre, per tutti, le riunioni sono assolutamente vietate. L’organizzazione dunque è migliorata tantissimo e c’è chi ha persino pensato di aiutare i propri dipendenti a sentirsi meno isolati, con l’introduzione di pause caffè virtuali e corsi di yoga da remoto, come è successo in Microsoft.