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Nella giornata di venerdì 8 aprile, il personale dell’Ospedale San Raffaele incrocerà le braccia per 24 ore: nessun accordo tra le richieste dei sindacati e la proprietà.
Dal mese di gennaio, i lavoratori hanno richiesto lo stop dell’esternalizzazione dell’assistenza di alcuni reparti dati in appalto e la valorizzazione del personale, al fine di tamponare la fuga di medici, infermieri, OSS e tecnici. Margherita Napoletano, coordinatrice Rsu dei lavoratori del San Raffaele, ha chiarito: “Nonostante le pressioni del vice Prefetto per chiedere all’amministrazione quali fossero i loro incentivi, l’ospedale ha risposto che non era disponibile a mettere sul piatto nessuna proposta, quindi, non c’erano gli spazi per tornare al tavolo di trattativa“.
Pertanto, hanno spiegato che l’appalto avrà durata di un anno e successivamente valuteranno, senza nessuna interlocuzione col sindacato. Durante l’assemblea di medici, infermieri e tecnici dell’ospedale San Raffaele, è stata decisa la data dello sciopero.
Nella lettera inviata al Ministero della Salute, al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e all’assessore al Welfare, Letizia Moratti, i lavoratori evidenziano: “scongiurare il progressivo decadimento della ricerca clinica, della qualità delle prestazioni sanitarie e delle condizioni di sicurezza per i lavoratori“.
Nell’aria, il timore dei dipendenti per l’aumento degli appalti. Lo sciopero è stato proclamato da tutto il personale, tra cui medici, psicologi, biologi, fisici, farmacisti, ricercatori, tecnici, infermieri, personale di supporto e amministrativi. La paura più grande? Perdere un centro di riferimento per cure e ricerca.
Il personale si sposta nel pubblico, tra colleghi sfiniti e quelli che si licenziano perché i turni di 12 ore iniziano a pesare.
Molti, addirittura, non vengono assunti da nessuna parte, causando così una perdita professionale per i cittadini. Parte l’appello alle Istituzioni da parte dei sindacati: “L’attuale proprietà mostra la propria inadeguatezza a gestire questo Istituto, riducendo gli organici ai minimi, che spesso non garantiscono nemmeno un’assistenza in sicurezza, sia per i pazienti che per gli operatori. Riteniamo che sia doveroso un vostro intervento“.
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